La battaglia contro Linux da parte di Microsoft continua senza posa. La più grande minaccia al monopolio di Redmond sui sistemi operativi continua ad essere il sistema del pinguino, che strappa accordi con Stati e Comuni ed entusiasma i professionisti informatici per le doti tecniche ed economiche, non ultima tra le quali la gratuità.
Mentre alcuni dipendenti di Microsoft venivano spediti alla O’Reilly Open Source Convention (Oscon) in corso a Portland, in Oregon, per cercare di scovare i segreti del modello open source e per divulgare le novità della contrapposta filosofia dello shared source, in Australia venivano presentate le nuove strategie per arginare il fenomeno Linux.
Ad un incontro tra azienda e suoi partner certificati in corso a Sidney in questi giorni, Microsoft ha distribuito un CD contenente istruzioni sui comportamenti da tenere nel caso un cliente fosse interessato a software open source. È un CD ad uso interno, riservato ai partner, che può essere anche acquistato direttamente sul sito Microsoft.
Nella “valigetta del venditore” digitalizzata, il cui contenuto è stato divulgato dal quotidiano Australian IT, i partner Microsoft vengono invitati a non parlare mai, con i propri clienti, di open source: «Devi essere ben consapevole che Linux è solo un esempio di software open source e devi incoraggiare il cliente ad esaminare il programma shared source di Microsft».
Competere con Linux, identificare la minaccia e combatterla. Queste sono le idee che girano ormai da qualche anno nei corridoi di Redmond. Idee presto tramutate in parole d’ordine. Con l’uscita di Windows Server 2003, per la prima volta Microsoft deve fare i conti con un possibile concorrente, agguerrito e forte di partnership importanti, come quella con IBM, Dell, Sony.
Bisogna impedire che il 40% di clienti Microsoft che utilizza ancora il ‘pensionato’ Windows NT passi a Linux snobbando il nuovo Windows 2003. E allora tutto va bene, anche le operazioni ai limiti della legalità. Proprio in questi giorni, Thomas Reilly, Procuratore Generale del Massachusetts, ha presentato un documento in cui si avanzano dubbi sul rispetto del patto siglato da Microsoft con l’amministrazione USA nell’ottobre 2002.
Secondo quel patto Microsoft deve evitare “ritorsioni” economiche verso i produttori di PC che installano sistemi non Microsoft sui propri prodotti. Microsoft avrebbe violato il patto nei confronti di un’azienda, di cui non si conosce il nome, che vendeva prodotti con installato Linux. Microsoft ha prontamente smentito le accuse.
Il monopolio di Microsoft si frantumerà sotto i colpi dell’open source? Le premesse, almeno per il mercato aziendale, ci sono tutte. Come fa notare lo stesso CD per i partner Microsoft «Nonostante il favore della stampa, Linux è per la maggior parte nella fase iniziale di adozione. Fintantoché i produttori OEM continueranno ad installare Linux sui nuovi server e IBM trasferirà le sue applicazioni e i suoi sistemi middleware su Linux, esso farà altri passi avanti verso il mercato dei computer aziendali».