Le contrattazioni after-hour della giornata di venerdì hanno siglato un nuovo importante capitolo nella saga Microhoo che vede il gruppo Microsoft impegnato nell’acquisizione di Yahoo. Mentre il titolo Microsoft saliva improvvisamente di oltre un punto e mezzo percentuale a contrattazioni chiuse, il titolo Yahoo cadeva di oltre tre punti. Ma erano questi solo i primi sussulti di un weekend decisivo per la trattativa.
Tutto ciò è avvenuto in conseguenza di alcuni rumor provenienti da Wall Street (fonte anonima confidatasi ai microfoni Reuters) secondo cui Microsoft stesse riconsiderando la propria offerta nei confronti di Yahoo in conseguenza del fatto che le condizioni di mercato sono andate degradando. Il tempo, si dice, gioca a favore di Microsoft ma se anche in settimana un nuovo incontro testimoniato da New York Times non ha sortito alcuna conseguenza allora è probabilmente necessaria una qualche prova di forza per capire chi gioca e chi è in bluf.
Ed ecco che Microsoft scopre dunque le proprie carte con una lettera diretta al management di Sunnyvale. Steve Ballmer inizia ricordando il fatto che di tempo ne è già passato da quel 1 febbraio in cui Microsoft avanzò la propria offerta, definita chiaramente come «amichevole» e generosa per poter chiudere in fretta la trattativa. Poi, però, il tono si fa più minaccioso: due mesi di inattività iniziano ad essere troppi, le alternative non sembrano essersi manifestate e dunque sarebbe ora di giungere ad una decisione. «[…] noi crediamo che sia venuto il momento per le nostre rispettive aziende di sedersi a negoziare un accordo definitivo o una combinazione che metta a disposizione valore superiore ai nostri rispettivi azionisti».
A fine lettera, la minaccia estrema: «se non raggiungeremo un accordo entro le prossime tre settimane, provvederemo a portare la nostra offerta direttamente ai vostri azionisti». Microsoft, dunque, potrebbe far leva su cifre inferiori: se riuscirà a raggiungere la maggioranza delle azioni del gruppo coinvolgendo in massa gli azionisti scontenti, il management sarà giocoforza tagliato fuori con conseguenze deleterie per l’attuale rappresentanza.
Gli azionisti tornano più volte nel discorso di Ballmer: a Redmond si sa che chi ha in mano azioni Yahoo spinge per la consacrazione della fusione per poter intascare i 31 dollari promessi da Microsoft (va ricordato il fatto che prima dell’offerta YHOO era crollato a 20 dollari, quota a cui potrebbe rapidamente ripiombare in caso di rottura del negoziato). La lettera è teoricamente indirizzata ai massimi dirigenti di Sunnyvale, ma sembra invece scritta appositamente per essere letta da quegli azionisti che tra una ventina di giorni potrebbero essere chiamati a decidere del proprio capitale (e indirettamente dei destini dell’azienda).
Tre settimane. Microsoft non forza la situazione, ma spiega che il gioco ora si fa duro e non è più tempo di attendere. Tre settimane per intraprendere una decisione: ora, secondo i termini avanzati con l’offerta pubblica, oppure a fine aprile secondo le nuove condizioni che detterà il mercato. Yahoo ha sempre respinto a parole l’offerta di Microsoft (mai però in carta bollata) sostenendo che gli asset del gruppo e l’importante brand valgono più di quanto offerto da Redmond. Microsoft s’è mai scomposta e ha guardato Yahoo operare acquisizioni, aprire nuovi servizi, lanciare un nuovo tipo di ricerca. Tutto ciò estraniandosi da commenti pubblici: semplicemente aspettando.
Il titolo Yahoo nell’ultimo mercato after-hour è sceso a quota 27.5, dunque ben al di sotto dei 31 dollari offerti da Redmond e comunque al di sotto dei 29 che fungevano da riferimento fisso in queste settimane di trattative. Nei prossimi 21 giorni si deciderà il futuro dei due gruppi e l’apertura odierna a Wall Street potrà dire molto su quelle che sono le sensazioni del mercato azionario dopo la lettera pubblica firmata da Steve Ballmer.