Quando Novell e Microsoft firmarono lo storico accordo, da più parti si alzarono critiche ed anatemi come se il diavolo avesse fatto il bagno nell’acquasantiera. A distanza di poco tempo anche Red Hat firma con Microsoft, ed in questo caso il commento generale volge sulla metafora del cane e del gatto che si preparano a lieto annunzio. In entrambi i casi l’avvicinamento tra le parti ha però invece un vincitore primo: la clientela, su entrambi i fronti.
Grazie all’accordo siglato tra Microsoft e Red Hat sarà possibile usare i sistemi dell’uno tramite una virtualizzazione sull’altro. Formalmente il patto si divide in due parti distinte. Da una parte Red Hat si unisce al Server Virtualization Validation Program (SVVP) di casa Microsoft; dall’altra diviene partner ufficiale Red Hat per l’interoperabilità nella virtualizzazione. Nulla, insomma, concerne l’ambito dei brevetti, il che differenzia in modo sostanziale il patto siglato tra Microsoft e Red Hat da quello siglato anzitempo da Microsoft e Novell.
Secondo quanto spiegato da Peter Galli sul blog Port25 (dedicato alla community open source) sul network Technet, grazie a questo accordo «gli utenti avranno valido supporto […] sia facendo girare Windows Server con una virtualizzazione Red Hat Enterprise, sia facendo girare Red Hat Enterprise su Windows Server 2008 Hyper-V». Secondo PcWorld, Microsoft e Red Hat assieme controllano oltre l’80% del mercato. L’accordo non mette ora i gruppi sullo stesso versante e la competizione è anzi destinata a permanere, ma con questa stretta di mano l’utenza avrà ora maggiori libertà di scelta e di investimento. Entro pochi mesi dovrebbero giungere sul mercato le prime soluzioni risultanti dall’accordo.
Favorevole anche l’opinione del blog Boycott Novell, che ai tempi dell’accordo con Microsoft portò online un riferimento ufficiale per la battaglia contro il lascivo comportamento del vendor Linux nei confronti del “nemico” di Redmond. Il blog appare oggi meno oltranzista e vede delle buone potenzialità nell’accordo. Tuttavia, nel post non manca un cenno polemico nei confronti di Microsoft: il gruppo non avrebbe mai abbandonato l’idea del FUD e soprattutto «una vera interoperabilità non ha bisogno di accordi, basterebbe aderire agli standard aperti».
Microsoft ha definito l’accordo con Red Hat come una realtà «ad una sola dimensione», mentre l’accordo con Novell sarbbe maggiormente organico e «multidimensionale«. Nella differenza tra i due approcci sembra accumularsi la sacca di giudizi favorevoli che, timidamente, la comunità open source sta maturando sul nuovo accordo. I dettagli tecnici con cui verrà interpretato il linguaggio legale della partnership delineeranno il quadro esatto da giudicare: ora è ancora tutto lasciato alla teoria ed ai confronti con il passato. Ma sorge già un sospetto: la parte più penalizzata, ora, potrebbe essere Novell.