Microsoft e Google chiedono la riforma della NSA

Microsoft, Google e altre sei aziende hanno inviato una lettera al governo degli Stati Uniti per chiedere modifiche alle attuali leggi sulla sorveglianza.
Microsoft e Google chiedono la riforma della NSA
Microsoft, Google e altre sei aziende hanno inviato una lettera al governo degli Stati Uniti per chiedere modifiche alle attuali leggi sulla sorveglianza.

Microsoft, Google, Apple, Yahoo, Facebook, Twitter, LinkedIn e AOL hanno firmato congiuntamente una lettera al Presidente e ai membri del Congresso degli Stati Uniti, con la quale chiedono la riforma del sistema di sorveglianza governativo, proponendo cinque punti principali da rispettare per limitare la raccolta delle informazioni e garantire la massima trasparenza. Lo scorso mese di ottobre, molte di queste aziende avevano chiesto la modifica delle modalità operative della NSA, ma la campagna Reform Government Surveillance è più esplicita e più comprensibile da parte dei cittadini.

Le otto aziende statunitensi chiedono al governo di trovare il giusto compromesso tra sicurezza e privacy dei cittadini. Le rivelazioni di Edward Snowden hanno invece evidenziato che le attività di sorveglianza sono nettamente sbilanciate a favore dello stato. I diritti dei cittadini, tra cui la libertà di espressione, sanciti dalla Costituzione, non vengono rispettati. Microsoft, Google e gli altri firmatari della lettera credono quindi sia giunto il momento di una profonda riforma delle leggi attuali e delle pratiche di sorveglianza.

Il primo principio suggerito riguarda il modo in cui il governo colleziona le informazioni. Dovrebbero essere stabiliti limiti sulle richieste effettuate ai service provider, nel rispetto della privacy degli utenti. Inoltre, la sorveglianza dovrebbe essere limitata a specifici “target”, senza avviare intercettazioni su larga scala delle comunicazioni Internet.

La raccolta delle informazioni dovrebbe essere effettuata solo dietro un mandato del giudice e i cittadini dovrebbero essere informati per consentire l’avvio di un contraddittorio. Il governo dovrebbe anche rendere pubblici i dati e consentire alle aziende di comunicare il numero e la natura delle richieste. Dovrebbe inoltre essere garantito il trasferimento dei dati e l’accesso alle informazioni legalmente disponibili conservate al di fuori del paese. Allo stesso tempo, il governo non dovrebbe obbligare i service provider a collocare le infrastrutture all’interno dei confini degli Stati Uniti.

Infine, per evitare conflitti di giurisdizione tra i governi, dovrebbe essere implementato una sorta di accordo legale reciproco. Il governo dovrebbe impegnarsi per risolvere eventuali conflitti tra le leggi. Le aziende coinvolte nella campagna utilizzeranno tutti gli strumenti disponibili per proteggere i dati degli utenti. Nei prossimi mesi verranno attivate le più avanzate tecnologie crittografiche per impedire la sorveglianza non autorizzata. Inoltre, le richieste del governo considerate illegali e non pertinenti verranno respinte al mittente.

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