Microsoft e i giornali di prossima generazione

Iniziano a filtrare le prime informazioni da Redmond sul lancio di un nuovo applicativo per la lettura dei quotidiani online. Il sistema sarà in grado di aggregare notizie, video, foto e i flussi dai social network. Numerose le somiglianze con Sobees
Microsoft e i giornali di prossima generazione
Iniziano a filtrare le prime informazioni da Redmond sul lancio di un nuovo applicativo per la lettura dei quotidiani online. Il sistema sarà in grado di aggregare notizie, video, foto e i flussi dai social network. Numerose le somiglianze con Sobees

Mentre prosegue il dibattito tra gli editori dei giornali alla ricerca di un valido modello per monetizzare meglio l’ampio numero di utenti che visitano i loro spazi online, Microsoft ha fornito le prime indiscrezioni su un nuovo applicativo che potrebbe cambiare sensibilmente le modalità di fruizione delle notizie pubblicate in Rete. La nuova applicazione sembra rispondere all’appello lanciato dalla Newspaper Association of America, che nel corso dell’estate aveva invitato i principali protagonisti dell’era digitale a fornire nuove proposte e suggerimenti per rilanciare l’editoria online.

Le prime informazioni sul “giornale di prossima generazione” targato Microsoft sono giunte dal blog Nieam Journalism Lab legato alla Harvard University. Stando a quanto riportato in un recente post, la società di Redmond starebbe mettendo a punto un nuovo applicativo per aggregare foto, video, RSS e le attività dei propri contatti sui social network in un unico ambiente virtuale sul desktop del proprio PC. L’innovativo programma viene descritto così dagli sviluppatori di Microsoft: «Il Next-Generation Newspaper è un hub informativo per l’utente, un sistema per aggregare contenuti provenienti da diverse fonti e corrispondenti al profilo dell’utente, alle sue preferenze e al contesto in cui opera. È un sistema accessibile da qualsiasi dispositivo, sia online che offline, e aiuta l’utente a navigare all’interno dei contenuti attraverso funzioni di ricerca, link e consigli. I contenuti e i lettori vengono poi monetizzati attraverso il pagamento dei contenuti e l’advertising».

Quello proposto da Microsoft è dunque un sistema ibrido, che mira non solo alla pubblicità online per sostenersi, ma anche al pagamento diretto dei contenuti da parte degli utenti, un punto sul quale gli editori dei giornali si sono confrontati molto nel corso degli ultimi mesi. Il nuovo applicativo, apparentemente in grado di funzionare anche tramite browser, è al momento un prototipo ed è ancora in fase di test e sviluppo. La società di Redmond potrebbe, tuttavia, decidere di annunciare il nuovo prodotto e di fornire una breve anteprima entro la fine di questo mese.

La descrizione della nuova soluzione Microsoft descritta dal blog Nieman Journalism Lab, ricorda molto da vicino un applicativo poco conosciuto, ma alquanto promettente, chiamato Sobees. Tale soluzione consente di aggregare lo streaming dei contenuti provenienti dai social network con i comuni feed RSS dei siti di informazione e permette, inoltre, di visualizzare immagini e video sempre all’interno dell’applicativo.

Definito un “social desktop aggregator”, Sobees può essere installato come un comune programma oppure può essere utilizzato direttamente via browser tramite Silverlight, il plugin prodotto guarda caso da Microsoft. Il progetto in elaborazione presso i laboratori di Redmond potrebbe essere, in effetti, una diretta derivazione delle soluzioni implementate fino a ora da Sobees. Il materiale informativo inviato dal colosso dell’informatica al blog della Harvard University conteneva infatti alcune immagini dell’applicativo del tutto simili agli screenshot pubblicati sul sito web di Sobees.

L’interessante progetto ora nelle mani di Microsoft potrebbe favorire ulteriormente la diffusione e la conoscenza degli aggregatori e dei feed RSS anche tra gli utenti meno esperti, ma difficilmente potrà costituire una valida risposta alle istanze formulate dalla Newspaper Association of America. L’implementazione di soluzioni legate all’advertising all’interno dell’applicativo potrebbe rivelarsi utile per aumentare gli introiti degli editori, mentre la proposta di affiancare un sistema per il pagamento diretto dei contenuti potrebbe faticare non poco per affermarsi. Il modello “pay per news” non entusiasma i lettori e continua a dividere gli editori dei giornali, timorosi di perdere un ampio numero di utenti ormai abituati a ottenere gratuitamente le informazioni online in cambio di alcuni annunci pubblicitari.

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