Due posizioni risapute, due posizioni chiare da tempo, due posizioni che però ora si appalesano con ufficialità nel momento in cui una Corte dovrà decidere per valutare la bontà della proposta di accordo che Google ha avanzato nei confronti del mondo dell’editoria per il proprio Google Books. Microsoft e la Francia sono stati i primi nemici dichiarati del servizio Google, entrambi in qualche modo sconfitti dalla storia delle scannerizzazioni made in Mountain View. Se la vendetta è un piatto che va servito freddo, ora le due parti fanno fronte comune nei confronti del comune nemico.
Il paese transalpino parla tramite il ministero della Cultura e della Comunicazione. Nello specifico la Francia «vuole che sia rispettato il diritto d’autore nel quadro del contenzioso tra Google Books e gli editori e gli autori americani. Al di là dei singoli casi la questione pone un problema di principio al quale la Francia ha già mostrato di essere particolarmente attentata: quello del rispetto del diritto d’autore, che garantisce la remunerazione dei creatori e consente la diveristà culturale». La posizione non è certo neutra, però: il rispetto del copyright deve passare tramite una soluzione alternativa poiché «il progetto di transazione non è conforme nè al diritto di proprietà intellettuale né al diritto alla libera concorrenza».
A Redmond le mezze parole non sono all’ordine del giorno: «si tratta di una distorsione senza precedenti del sistema giudiziario». Il Financial Times lo considera come uno dei più diretti attacchi mai registrati da parte di Microsoft nei confronti di Google: Microsoft ritiene impensabile la via della transazione, considera assurdo il potere consegnato alla Corte e boccia la natura monopolistica con cui la cultura digitale sta per nascere.
Se la Corte dovesse considerare accettabile la proposta di Google, con 125 milioni di dollari il gruppo chiuderebbe la class action subita e si garantirebbe il diritto di distribuire i libri “orfani” e quelli fuori pubblicazione, avendo dalla propria parte un monopolio sugli stessi e potendo trarvi lucro grazie ai meccanismi pubblicitari e distributivi previsti su Google Books. Contro questa opzione si sono però già schierati Germania, Francia, gli editori italiani, parte degli editori USA, Amazon, Internet Archive ed altri ancora. L’UE ha assunto una posizione defilata, negando un’opinione diretta e proponendo però Europeana come soluzione alternativa. L’UE, però, ha altresì palesato la necessità di collaborare con entità private poiché sarebbe impossibile pensare di caricare sulle istituzioni una responsabilità tanto grande.
La porta dell’UE, insomma, rimane parzialmente aperta. Tutti gli altri, invece, sembrano già aver deciso: Google Books dovrà accettare la class action, l’accordo non è ipotizzabile.