Microsoft e Novell hanno presentato un piano per incrementare gli investimenti per rafforzare la loro collaborazione, con l’intento di convertire le utenze Linux non supportate in contratti Suse Linux Enterprise, con particolare attenzione al mercato cinese. Nel comunicato congiunto, le due aziende sottolineano una crescente attenzione da parte della nazione asiatica per le soluzioni software ibride proprietario-open source che permettano interoperabilità tra piattaforme e tranquillità legale per le questioni legate alla proprietà intellettuale. Un’affermazione che trova raffronto nelle statistiche secondo cui a seguito del patto stipulato nel 2006 da Novell e Microsoft, hanno visto balzare in avanti del 38,6% in anno gli investimenti in licenze e assistenza Linux delle aziende operanti in Cina.
L’impegno di Microsoft e Novell si indirizzerà prevalentemente nei settori della High-Performance Computing e della virtualizzazione. Il primo prevede soluzioni basate su Windows Compute Cluster Server e Suse Linux Enterprise Server installati in dual boot, mentre il secondo offrirà sistemi di virtualizzazione grazie a Hyper-V su Windows Server 2008, e Xen invece per installazioni Suse Server. I due software vendor vantano già alcuni contratti importanti con aziende di grandi dimensioni, tra cui vengono citate la compagnia di assicurazioni PICC, la Dairy Farm Company e la Dawning Information Industry, quest’ultima nota per la produzione di supercomputer per il calcolo avanzato. Le tre aziende citate avrebbero già acquistato da Microsoft licenze triennali per la versione server del Suse Linux Enterprise.
La manovra, per quanto punti a convincere le innumerevoli aziende che già usano le versioni gratuite di Linux ad acquistare licenze e contratti di assistenza per Novell Suse Linux, potrebbe avere anche un effetto collaterale benefico per Microsoft. È parere dell’analista Al Gillen, della IDC Corp., che Microsoft intenda spingere le aziende a pagare per l’utilizzo di Linux proprio per poter associare al sistema operativo opensource un costo commerciale e quindi portarlo a competere ad armi pari con Windows. Gillen si dice inoltre sicuro che «col passare del tempo, ovviamente, Microsoft cercherà di convincere quei clienti ad abbandonare Linux in favore di Windows».
Occorre infatti ricordare come la Cina sia uno dei mercati dove circola il maggior numero di copie illegali di Windows, e come questo accada anche nelle aziende che, al di là delle statistiche presentate da Microsoft e Novell, non si preoccuperebbero più di tanto delle possibili infrazioni della proprietà intellettuale. Novell dal canto suo può trarre vantaggio dal tenere il proprio nome affiancato a quello del gigante di Redmond, e sperare così che le promesse di interoperabilità tra Linux e Windows le permettano di strappare quote di mercato a Red Flag Linux, la distribuzione che, finanziata tra l’altro dal ministero cinese per l’industria informatica, attualmente equipaggia la maggior parte dei sistemi Linux delle aziende e degli enti governativi della più popolosa nazione del mondo.