Lo scorso Novembre Microsoft comunicò alla SEC l’intenzione di emettere obbligazioni. Si trattò di una manovra improvvisa ed inaspettata: i bond vengono solitamente emessi per finanziare una linea debitoria, scommettendo sl futuro e sulla possibilità di poter investire proficuamente quanto recuperato dal mercato. Nel caso Microsoft c’è però un dettaglio di non poco conto: il gruppo ha oltre 25 miliardi di dollari in cassa e pertanto nessuna necessità di indebitamento. L’emissione di obbligazioni è oggi confermata, e sembra avere motivazioni che annidano soprattutto in buone opportunità di investimento.
Le obbligazioni saranno emesse in tre tranche: 2 miliardi di dollari in obbligazioni quinquennali, 1 miliardo di dollari in obbligazioni decennali e 750 milioni di dollari in bond trentennali. Il ricavato (3.75 miliardi) sarebbe destinato ad investimenti e ad un corposo buyback. Microsoft, insomma, vede ottime opportunità nell’attuale stato nel mercato azionario: riacquistando le proprie azioni può investire su di un titolo su cui il gruppo scommette e, nel contempo, si terrebbe alto il valore delle azioni permettendo ad eventuali investitori scontenti una miglior via d’uscita.
Il gruppo Microsoft gode di rating AAA (giudizio condiviso tanto da Standard & Poor’s quanto da Moody), il che rende le obbligazioni sicure ed appetibili per un mercato oggi come mai incerto. Già lo scorso Novembre gli analisti vedevano ottime opportunità per l’offerta Microsoft, con il mondo finanziario pronto a recepirne immediatamente l’opportunità andando peraltro ad offrire al gruppo nuovi miliardi su cui muovere le proprie pedine.
La logica vuole che, se Microsoft ritiene vantaggioso vendere il proprio debito per ricomprare azioni proprie, il valore del gruppo potrebbe aver toccato il proprio livello minimo e potrebbe iniziare ora una lenta risalita verso nuovi lidi. Il valore delle azioni MSFT è caduto assieme a tutto il listino sulla scia delle scosse provenienti dal mondo finanziario, ma da tempo si guarda alla Silicon Valley come ad una vittima più che ad una protagonista della bolla finanziaria esplosa a cavallo tra il 2008 ed il 2009. Il lento stabilizzarsi della situazione potrebbe ora aprire nuove opportunità e Microsoft potrebbe volerne cogliere gli influssi benefici scommettendo anzitutto su sé stessa. L’iniezione di fiducia sugli azionisti attende però nuovi dettagli e non offre promesse di breve periodo: il titolo rimane pertanto stabile e non reagisce agli annunci, in attesa di capire come e perché l’emissione dei bond possa riportare in alto il gruppo di Redmond.