Mentre negli Stati Uniti i democratici e Obama girano il paese per una campagna a sostegno del progetto di legge sul congedo retribuito, Microsoft ha deciso di anticipare la politica e ha adottato un piano che per gli standard europei ha dell’incredibile: l’azienda californiana chiederà 15 giorni di ferie e malattie retribuite a tutti i dipendenti di tutte le aziende che lavorano per lei. Questo ne fa il primo gigante della silicon valley a preoccuparsi della condizione di lavoro dei contractor.
Nel settore tecnologico, trainato da richieste ingenti del mercato, si è creata una disparità molto evidente, da qualche tempo al centro di inchieste giornalistiche e denunce dei sindacati. Di fatto, pur lavorando per la stessa azienda, spesso un lavoratore qualificato di un’azienda della silicon valley gode di benefit eccezionali mentre gli stessi lavoratori sotto contratto per i servizi promossi dall’azienda hanno salari ai limiti della povertà. In altri termini, come scrive il Nyt, «la nursery, le caffetterie, le navetta di lusso per i dipendenti sono garantite da chi cura i bambini, cucina il cibo e guida le navette per stipendi da fame».
Le web company si sono accorte di questa disparità così acuta e hanno cominciato a mettere sotto contratto-tipo queste mansioni che prima lasciavano a società terze, così da coprirli con il congedo per malattia, che – è bene ricordarlo – negli Stati Uniti non è una garanzia come nelle altre economie avanzate. Il 40 per cento dei dipendenti del settore privato americano lavora per una società che non offre il paid sick time, il congedo per malattia pagato dall’azienda. L’idea di Microsoft, annunciata ieri, è quella di riparare a questa disparità intervenendo direttamente sulle società fornitrici, essendo come tutte le grandi aziende grande consumatrice di questo tipo di contratti. Di fatto, alzando lo standard per sua diretta volontà sulla rosa di società esterne che si occupano di manutenzione, consulenza gestionale, sicurezza del campus e molti altri servizi.
Il vice presidente Brad Smith ha presentato il “Paid time” spiegando che si aspetta di avere lavoratori più sani e più felici. Le nuove regole di Microsoft per poter lavorare per lei richiederanno 15 giorni di ferie pagate ai contractor, sia attraverso 10 giorni di vacanza e cinque giorni di malattia, o 15 giorni senza restrizioni. Il modello si applica soltanto ai fornitori con 50 o più dipendenti negli Stati Uniti e verrà monitorato per osservarne gli effetti:
Ci rendiamo conto che questo approccio può aumentare i costi per alcuni dei nostri fornitori, il nostro piano è quello di lavorare con loro per attuare tali cambiamenti nel corso dei prossimi 12 mesi. (…) Potrebbe concludersi con un aumento dei costi per la Microsoft, e noi provvederemo a mettere in atto un processo per affrontare questi problemi coi fornitori stessi. (…) Molti dei nostri fornitori offrono già forti pacchetti di benefit per i loro dipendenti, compreso il congedo pagato. Al momento non abbiamo dati su quanti lo praticano e quanti non prevedono permessi retribuiti, ma con la nostra nuova politica assicureremo che ogni fornitore con 50 o più dipendenti lo farà.