FlexGo non è solo una nuova tecnologia, ma un vero e proprio nuovo modello di business. Microsoft è il gruppo a capo del progetto, le partnership attivate sono già di rango e costituiscono ampia conferma della seriosità delle ambizioni che a Redmond si ripongono sull’idea. Il tutto è in fase di attivazione e l’utenza dei paesi in via di sviluppo dovrà prepararsi ad un nuovo modo di acquistare, usare e detenere un computer: il modello «pay-as-you-go» è ufficialmente nato.
L’idea di base è quella secondo cui persistano alcune barriere che ostacolano l’approdo all’uso del computer in paesi in cui le risorse economiche a disposizione della popolazione sono limitate. La barriera principale è il costo: eccessivo l’investimento necessario a monte, il che implica una difficoltà di accesso che il nuovo FlexGo si prefigge di abbattere. Il suggerimento Microsoft è quello di dimezzare il prezzo di entrata, permettendo poi all’utente di pagare il pc in possesso sulla base dell’uso che ne vien fatto. A tal fine l’unità di misura è la durata temporale d’utilizzo e la modalità di pagamento è quella delle carte prepagate già di largo utilizzo nel mondo della telefonia mobile.
Figura A. Modello Pay-as-you-go
Tra i partner principali figurano Intel ed AMD. Quest’ultimo in particolare abbina alla proposta Microsoft il proprio programma 50×15, ovvero l’obiettivo di portare il 50% della popolazione mondiale su Internet entro il 2015 (il comunicato Microsoft specifica come nel 2015 la popolazione mondiale sarà di 7.2 miliardi di persone, il che ben esemplifica l’enorme potenziale derivante dai mercati emergenti).
Mentre la concorrenza punta ad un profilo basso dei costi di acquisizione, Microsoft punta dunque a diluire i pagamenti sulla base dell’uso operato sulla macchina etichettando il tutto sotto le virtù della «flessibilità». I computer con tecnologia FlexGo funzionaranno sulla stessa impronta degli abbonamenti telefonici prepagati: fintanto che l’abbonamento avrà del credito il computer potrà regolarmente funzionare, dopodichè solo l’uso di una ricarica potrà sbloccare la macchina permettendo di continuare ad usarla.
Microsoft comunica di aver effettuato nel 2005 una prova pilota in Brasile ottenendo risultati eccellenti: tramite il rivenditore Magazine Luiza sono stati messi in distribuzione 1000 computer “pay-as-you-go” e la cosa ha portato la rivendita a raddoppiare i risultati dell’attività di vendita antecedente. La sensazione avvertita dall’utenza è quella di avere in possesso una macchina efficente che verrà pagata solo durante l’utilizzo e con un sistema equo di pagamento, il che non può che promuovere l’uso del pc in tali mercati (India, Slovenia e Brasile sono tra i primi paesi coinvolti nel progetto).
Per Microsoft i vantaggi potenziali derivati sono consistenti. Se il modello FlexGo avrà successo per l’azienda di Redmond si aprono interessanti prospettive in un mercato del tutto nuovo, il che costituirebbe un toccasana per un gruppo che ha già largamente saturato il proprio mercato di competenza. Un ulteriore vantaggio deriva dalla distribuzione di software originale, evitando l’emorragia costituita dalla pirateria (ampiamente diffusa in mercati in cui la spesa per l’acquisto di un sistema operativo Microsoft è cosa proibitiva). Infine v’è l’ostruzionismo apportato nei confronti della concorrenza: il modello open source è quello logicamente più adatto ai mercati emergenti grazie al proprio modello aperto, ai costi limitati ed alla flessibilità d’utilizzo. Alla luce dell’annuncio di FlexGo meglio si possono interpretare oggi le parole che pochi mesi or sono Bill Gates proferì nel bocciare il laptop da 100$ di Negroponte: Microsoft aveva altro in testa ed il laptop a manovella non può che ostacolare i progetti del gruppo di Redmond.