Per Motorola viene a delinearsi una pesante debacle legale su territorio tedesco in relazione alle accuse di violazione di proprietà intellettuale provenienti dalla Microsoft. La sconfitta è però da indirizzare prevalentemente ad Android, poiché la violazione è ravvisata direttamente all’interno del sistema operativo e peraltro per componenti ritenute del tutto essenziali e centrali per i servizi del robottino verde.
La sconfitta maturata in Germania sarà ora impugnata in appello, ma nel frattempo per Google trattasi di una sonora sconfitta che mette in grave pericolo la posizione tanto di Motorola, quanto delle strategie del gruppo. Occorre infatti ricordare come proprio Motorola, oggi controllata Google, sia l’unico grande gruppo ad aver rifiutato un accordo sui brevetti con Microsoft, rigettando così le proposte provenienti da Redmond e trovandosi ora in balìa delle accuse. Accuse che, vista la decisione della Corte, si fanno ora estremamente pesanti per il destino di Android.
La violazione ravvisata concerne il brevetto numero EP1040406, relativo a “soft input panel system and method”. Sulla base di quanto illustrato da Florian Muller per FOSS Patents, trattasi di un brevetto fondamentale poiché relativo a metodi che fanno da sostrato ad una molteplicità di servizi: diversamente da altre tecnologie, diventa difficile per Google riuscire ad aggirare l’idea brevettata dalla Microsoft e per questo motivo Android si trova ora a dover fare i conti con la controparte partendo da una posizione estremamente scomoda.
Poche le possibilità nelle mani di Google: accettare la sconfitta e trovare un modo per aggirare il problema, oppure scendere a patti con Microsoft e siglare un accordo che darebbe ragione a tutti quei produttori partner di Google su Android che nel tempo sono scesi a compromesso con il gruppo di Redmond (tra i quali la stessa Samsung, il maggior player del sistema operativo di Mountain View). La sconfitta potrà portare ora Microsoft alla richiesta di blocco delle vendite Motorola in Germania, richiesta basata sul semplice deposito cauzionale di poche decine di milioni di dollari che diventa un diktat per tutti i prodotti Android ancora non licenziati (occorre rammentare come oltre il 70% della produzione Android è oggi già dotata di licenza Microsoft sui brevetti interessati). Microsoft, inoltre, avrebbe già portato medesima iniziativa legale anche negli USA, con buone possibilità di estendere così gli effetti della decisione tedesca a livello internazionale.
Il problema principale per Google è oggi in termini strategici: da tempo Microsoft sostiene che Android violi molti brevetti di Redmond e per questo motivo da tempo circonda il robottino in una stretta che rischia ora di farsi cappio. Google ricorrerà in appello per svincolarsi dalla morsa in extremis, ma a questo punto il pallino del gioco è fermamente nelle mani di Steve Ballmer.