Microsoft intende sfidare Google sullo stesso campo di battaglia sul quale Google sta già sfidando Facebook: la tutela della privacy. Nella fattispecie Microsoft ha voluto approfittare di un momento di sbandamento della controparte acquistando intere paginate sui quotidiani USA per promuovere i propri prodotti a discapito di quelli rivali, colpevoli secondo Redmond di non aver tenuto in debita considerazione l’utenza ed i suoi diritti.
“Putting people first“: se Google ponesse davvero attenzione sugli utenti, agirebbe in modo diverso. Secondo Microsoft, il gruppo di Mountain View ha spaventato i propri utenti con un cambiamento delle policy di tutela della privacy che non solo giungono improvvise, ma che non offrono nemmeno alcuna possibilità di scelta: prendere o lasciare. Microsoft professa un approccio differente alla materia e per questo motivo lancia il suggerimento: abbandonare i servizi Google per passare ai servizi Microsoft, sostiene il responsabile della comunicazione Frank X. Shaw, significherebbe evitare di diventare oggetto di scambio con il mondo advertising e tornare ad essere considerati persone prima ancora che utenti.
Un attacco duro e frontale: secondo Microsoft, l’utenza è «frustrata» e «sconcertata» per quanto appreso in queste ore dai ripetuti avvisi Google circa le nuove policy, ma la polemica va oltre i contenuti delle policy in sé. Microsoft punta il dito soprattutto contro l’impossibilità dell’utente di disporre di una scelta e, sebbene Google professi massima linearità, il team di Redmond sembra voler cavalcare la polemica in atto per finalità prettamente promozionali.
Il suggerimento arriva pertanto a stretto giro di posta: perché offrire la propria posta a Gmail quando è possibile utilizzare Hotmail? Perché cercare su Google quando è disponibile Bing? Perché affidarsi a Google Docs quando a disposizione v’è Office 365? E perché navigare con Google Chrome quando l’alternativa è Internet Explorer?
Un post sul blog ufficiale del gruppo e quindi la paginata sui giornali per portare la polemica sotto gli occhi di tutti. I toni della sfida si fanno più pungenti.