I rumor delle scorse settimane hanno trovato conferma: Microsoft e Yammer hanno ufficializzato l’avvenuto accordo tra le parti per portare Yammer sotto il controllo della divisione Office del gruppo di Redmond (guidata da Kurt DelBene). La firma è avvenuta per un corrispettivo di 1,2 miliardi di dollari in pagamento cash, cifra con la quale le dinamiche comunicative del gruppo acquisito diventano complemento e integrazione degli strumenti di produttività che Microsoft offre al mondo business.
David Sacks, attuale CEO Yammer, rimarrà alla guida del proprio team, il quale opererà in continuità con il passato per confermare e migliorare l’attuale offerta grazie alle sinergie con Microsoft. Una mail inviata da Yammer ai propri utenti sottolinea proprio questo aspetto: il servizio rimane garantito, così come si promette una forte accelerazione nello sviluppo di nuove soluzioni per migliorare la collaborazione interna nelle aziende facendo leva su tutte le nuove dinamiche (cloud computing compreso) che l’innovazione mette oggi a disposizione.
L’operazione riceve il benvenuto anche di Steve Ballmer, CEO Microsoft: «L’acquisizione di Yammer sottolinea il nostro impegno nel mettere a disposizione delle aziende le tecnologie di cui abbisognano e che la gente ama. Yammer aggiunge un servizio di social networking tra i migliori sulla piazza al crescente portfolio Microsoft in servizi cloud».
E le comunicazioni ufficiali non lesinano ovviamente la forza dei numeri, quelli che hanno convinto Microsoft ad investire ed i partner a dar fiducia a Yammer: 5 milioni di utenti corporate già propri significano una importante base di partenza su cui Microsoft intende però costruire qualcosa di ben più ampio. Skype, SharePoint, Office 365 e Dynamics saranno gli asset direttamente interessati, ma l’intera offerta business del gruppo di Redmond subirà una chiara revisione per far spazio a Yammer ed a quel che può significare per l’attuale modello di offerta dei servizi in ufficio.
L’operazione rimane assoggettata all’approvazione delle autorità, le quali dovranno valutare i risvolti antitrust dell’acquisizione prima di dare il via libera all’inglobamento ed all’integrazione dei servizi secondo i programmi stabiliti.