13.65 miliardi di dollari di entrate, -6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima. A modo suo, è un momento storico poiché per la prima volta da quando il gruppo è quotato in borsa (23 anni ormai) Microsoft si trova a comunicare una trimestrale con segno negativo. Le cause sono molteplici: una quota di mercato già molto alta e con scarsi margini di miglioramento si sommano ad una serie di prodotti di problematico successo, alla forte concorrenza ed infine, soprattutto, alle difficili pressioni imposte dall’economia.
Paradossalmente, nonostante tutto, il mercato after-hour che segue la comunicazione dei dati trimestrali si chiude in positivo: le azioni MSFT avevano già ampiamente scontato i numeri di un trimestre inevitabilmente difficile ed al termine della giornata il valore sale di oltre 3 punti percentuali. Kevin Turner, chief operating officer del gruppo, spiega così i dati pubblicati: «grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo per i nostri prodotti e servizi, rimaniamo in ottima posizione per competere e guadagnare spazio sul mercato.
A Turner fa coro Chris Liddell, chief financial officer: «Mentre le condizioni del mercato sono rimaste difficili durante il trimestre, sono lieto dell’abilità del gruppo di ovviare alla depressione delle entrate con una rapida implementazione delle iniziative per la riduzione dei costi». Nessuna illusione, però: le condizioni di mercato, secondo le previsioni di Redmond, sono destinate a rimanere difficoltose anche per il trimestre in corso.
Il punto debole attuale del gruppo è nella divisione Client, ove le entrate sono cadute dai 4.03 miliardi del terzo trimestre dello scorso anno fiscale ai 3.4 dell’attuale Q3. Buone le prestazioni del comparto Server, addirittura in attivo di 200 milioni. La Business Division chiude a 4.5 miliardi contro i 4.7 dell’anno precedente mentre la divisione entertainment rimane sostanzialmente stabile. A conti fatti, insomma, l’emorragia rappresentata dal comparto Client pesa per ben il 50% dell’intero passivo registrato.
La caduta dei client è misurata in un 16% nelle vendite ed in un 19% dei proventi. Le cause sono molteplici: il rallentamento dell’economia ha innanzitutto rallentato il ritmo di cambio delle dotazioni hardware, rallentando così giocoforza il ricambio delle licenze per i sistemi operativi; il cambiamento delle abitudini di spesa ha portato l’utenza verso i netbook, costringendo Microsoft ad una maggiore pressione da parte della concorrenza e scontando comunque la vendita di pacchetti software di minor valore; Windows Vista ha scoraggiato parte dell’utenza, la quale si è poi trovata a fare i conti con i venti recessivi che spirano ormai da mesi e sono in molti ormai ad attendere Windows 7 prima di ipotizzare eventuali investimenti per le proprie macchine.
I commenti degli analisti sono ambivalenti. Microsoft è in difficoltà, ma gran parte delle “colpe” vengono girate sulla situazione economica e sul fatto che si vendono meno macchine ormai da mesi. Per contro, le misure a salvaguardia dei costi sembrano aver funzionato, dunque per ora gli equilibri di bilancio sono salvi. Per il futuro v’è un atteggiamento sostanzialmente neutrale, in attesa di capire cosa succederà a livello macroeconomico e con un occhio di riguardo alle trattative con Yahoo: la divisione dei business online è oggi poco significativa, ma è quella che potrebbe restituire un domani le maggiori soddisfazioni nel caso in cui Carol Bartz dovesse accettare un buon compromesso con gli strateghi di Redmond.