In seguito alle incalzanti voci che vedrebbero diversi paesi dell’area asiatica sempre più propensi ad una conversione verso l’Open Source, Microsoft lancia una decisa controffensiva che parte dalle università ed arriva alla politica. L’attenzione è tutta su Steve Ballmer e sulla sua missione nel paese del Sol Levante.
Dopo aver parlato ad una platea di 600 studenti, Ballmer si appresta ad incontrare il Ministro per l’Industria dell’Informazione giapponese Wang Xudong. L’obiettivo di casa Microsoft è convincere l’industria giapponese della bontà degli sforzi che l’azienda di Bill Gates starebbe investendo in tema di sicurezza. Per convincere l’importante paese orientale Microsoft ha intenzione di rivolgersi all’industria informatica, agli Internet Service Provider ed alle Software House locali. Queste ultime, in particolare, grazie alla progettazione di software basato sulle nuove piattaforme proposte potrebbero uscire dall’impasse economica rilanciando e trainando l’intero settore.
L’opera di autopromozione a cui Microsoft è costretta per limitare il calo d’immagine che l’impero di Bill Gates avrebbe avuto negli ultimi mesi sembra non aver sortito effetti significativi in Brasile dove, anticipando le scelte di una America Latina sempre più rivolta al mondo Linux, il Presidente Inacio Lula avrebbe anticipato l’intenzione di convertire all’Open Source l’intera nazione adducendo semplicemente come Microsoft sia “economicamente insostenibile”.