Collezionare e utilizzare le informazioni rilasciate dagli utenti nel corso della navigazione non sembra essere più sufficiente a garantire messaggi pubblicitari efficaci e mirati: Microsoft è infatti al lavoro per studiare una tecnologia in grado di catturare informazioni personali e abitudini anche dalla vita quotidiana delle persone. I dati raccolti possono comprendere la carta di credito e la storia dei pagamenti con essa effettuati, i programmi televisivi preferiti, l’utilizzo del cellulare e molto altro ancora, il tutto mirato ad offrire messaggi pubblicitari il più possibile mirati una volta connessi alla grande rete.
L’intenzione di “spiare” la vita delle persone anche al di fuori del Web è venuta alla luce nel corso della richiesta di deposito di un nuovo brevetto da parte del team Microsoft (MSFT), occasione nella quale è stato presentato un metodo per collezionare alcuni dati sensibili degli utenti, quali l’utilizzo del telefono cellulare, la loro localizzazione e le informazioni riguardanti la carta di credito e utilizzarli per inviare loro pubblicità il più possibile in linea con le loro abitudini.
Una applicazione pratica di tale tecnologia potrebbe comprendere la localizzazione delle persone tramite le antenne dei diversi gestori telefonici per offrire messaggi pubblicitari in linea con la località in cui si esse si trovano oppure il monitoraggio dei programmi televisivi seguiti: «se le abitudini offline indicano che un utente sta guardando una partita di calcio a livello universitario… se l’utente si connette nel corso della partita o subito dopo, si potrebbe dedurre che sia interessato ad avere più informazioni sul gioco del calcio e che sia ricettivo a messaggi pubblicitari riguardanti la vendita di oggetti legati al college», come è emerso nel corso della richiesta di deposito del brevetto.
La tecnologia proposta da Microsoft tocca inevitabilmente il tema scottante della privacy, tornato in ribalta ultimamente grazie al caso Google-DoubleClick. Il Parlamento europeo teme infatti che una eccessiva quantità di informazioni da parte delle grandi società sui propri utenti possa ledere la privacy di quest’ultimi e offrire alle prime nuove e troppo potenti armi con cui controbattere la concorrenza.