Recentemente Microsoft ha attaccato nuovamente la rivale Google, evidenziando l’uso scorretto dei dati degli utenti che effettuano un acquisto sul Play Store. Sul sito Scroogled l’azienda di Redmond ha pubblicato due video che spiegano cosa succede durante l’acquisto di un’app sul negozio digitale. L’argomento principale della nuova campagna è sempre la privacy online, ma questa volta Microsoft vuole aiutare le persone nella comprensione degli strumenti e delle tecnologie presenti nei suoi prodotti che permettono di mantenere il controllo delle informazioni personali.
Oltre al sito Web che contiene numerosi suggerimenti su come comportarsi durante la navigazione Internet, la campagna pubblicitaria include anche uno spot in TV (visibile in fondo all’articolo) e un quiz, chiamato Your Privacy Type, che permette agli utenti di valutare se il proprio comportamento online rappresenta un rischio per la privacy e di conoscere le possibili azioni da intraprendere per evitare la pubblicazione di informazioni riservate.
Alla fine di gennaio, uno studio commissionato da Microsoft ha rivelato che il 45% delle persone pensano di aver poco o nessun controllo sulle informazioni raccolte dalle aziende quando navigano su Internet con il browser o usano i servizi online. Oggi viviamo in un mondo connesso, per cui è praticamente impossibile evitare l’uso dei dati personali, ad esempio sui siti di shopping o sui social network. Ma secondo l’azienda di Redmond è necessario tracciare una linea netta tra ciò che si può condividere e ciò che deve rimanere privato.
Tenendo fede al motto “la tua privacy è la nostra priorità“, Microsoft suggerisce di sfruttare le funzionalità integrate nei suoi prodotti, come Do Not Track, Tracking Protection e InPrivate Browsing di Internet Explorer 10, le impostazioni della privacy incluse in Bing e le opzioni disponibili nella Personal Data Dashboard.
Ryan Gavin, general manager della divisione Windows, ha dichiarato che «la privacy sta iniziando a raggiungere un punto di non ritorno. Le aziende che ignorano la crescente preoccupazione per il modo in cui vengono gestite le informazioni dei consumatori, lo fanno a loro rischio e pericolo».