Virtualizzare Vista costa ancora caro

Virtualizzare Vista costa ancora caro

Quando abbiamo parlato di virtualizzazione si è accennato a un aspetto non secondario: ovvero del fatto che per la licenza, e non per motivi tecnici, non è possibile virtualizzare la versione domestica di Vista in una Virtual Machine.

Il 20 giugno si attendeva un’importante svolta: il cambiamento della licenza che permettesse a Home Basic e Home Premium di essere virtualizzate, ma dopo un continuo tira e molla che ha tenuto occupati diversi siti di informazione tecnologica per giorni, tutto si è definitivamente risolto in una bolla di sapone.

Microsoft non ha dedicato tante parole per giustificare il ritorno sui suoi passi, eppure le aspettative erano alte anche per il diretto concorrente: Apple.

Certo, produttori di software per la virtualizzazione, come

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Parallels, sarebbero stati ben felici di attirare utenti desiderosi di far girare Vista in contesti diversi. Tuttavia un vantaggio consistente ma indiretto è tutto di Apple.

La possibilità di installare anche Windows nei Mac-intel ha facilitato in maniera decisiva lo switch di molti indecisi verso la Mela. Ma non si può negare che il dual boot è una pratica noiosa e non pratica, inutile dal punto di vista della produttività, a meno di non usare Windows solo per lavoro e Mac solo per svago (ad esempio).

Oggi, con processori dual-core, la virtualizzazione è ancor più appetibile perché non va ad intaccare troppo pesantemente le prestazioni dei programmi virtualizzati e programmi come il già citato Parallels rendono l’esperienza dei programmi virtualizzati ancor più trasparente, tanto da trovare Parallels preinstallato nei computer Mac da parte di molti rivenditori.

Se si potesse avere Vista Home virtualizzato si potrebbe espandere notevolmente il numero di applicazioni utilizzabili in Mac a poco prezzo, cosa che viene vanificata dalla conferma di mantenere non virtualizzabili queste versioni.

Speriamo che queste piccole prepotenze di Microsoft non durino troppo a lungo. Personalmente credo che rischiano di diventare controproducenti…

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