Il passato burrascoso tra l’antitrust europea e Microsoft sembrava terminato e la parentesi definitivamente messa alle spalle, ma così non è. Per Microsoft, anzi, è in arrivo una nuova sanzione per la quale occorre capire entità e tempistica, ma non il “se”: il gruppo stesso sembra accettare la cosa senza aver troppo da contestare alle autorità europee.
Ad essere in difetto, infatti, è la stessa Microsoft. Il problema è insito nel famigerato Choice Screen, misura opinabile con la quale si è imposta una finestra di scelta che mettesse sotto gli occhi degli utenti i maggiori browser sul mercato e non il solo Internet Explorer in dotazione standard. Microsoft, con la distribuzione del SP1 di Windows 7, ha mancato infatti di includere nel pacchetto il Choice Screen e sugli utenti utilizzanti tale sistema operativo non è pertanto apparsa la finestra di scelta imposta dalla Commissione Europea (ai tempi guidata da Neelie Kroes).
Alla ricezione delle prime osservazioni dalle autorità, Microsoft non ha fatto altro che ammettere la propria mancanza senza titubanza alcuna: il problema, esplicita la stessa Microsoft, risale al febbraio del 2011 e coinvolgerebbe circa 28 milioni di pc in tutta Europa. L’UE ha ora annunciato l’apertura formale di una nuova inchiesta su quanto accaduto, probabilmente per distinguere tra dolo ed errore e capire pertanto la portata della colpa del team di Redmond. Difficile determinare i tempi delle indagini, più semplice è invece ipotizzare la natura delle conclusioni a cui giungeranno.
La sanzione non sembra insomma essere in discussione: alle accuse europee ha corrisposto un immediato “mea culpa” del gruppo e piena disponibilità a risolvere quanto prima il problema con un aggiornamento al sistema operativo. Una collaborazione fattiva che potrebbe limitare l’impatto dell’inchiesta, ma al tempo stesso una tempistica dubbia in virtù del prossimo arrivo di Windows 8 e del presumibile passaggio al nuovo sistema da gran parte dell’utenza.
L’apertura dell’indagine avvia dunque un nuovo contenzioso tra le parti, nel quale andrà commisurata la portata della colpa ed il peso delle aggravanti: l’UE si trova nuovamente a dover contestare qualcosa ad Internet Explorer, in attesa che con Windows 8 e IE10 torni il sereno sotto tutti i fronti.