Microsoft sarà presumibilmente costretta a saldare i conti con Alcatel-Lucent prima che abbia la possibilità di pareggiare il saldo in sede di appello. Il ricorso è pronto e le procedure dovrebbero iniziare entro Giugno, ma nel frattempo Microsoft si trova costretta a chiudere con un pagamento la prima puntata: il giudice Rudi M. Brewster della Corte Federale di San Diego avrebbe imposto al gruppo il pagamento di 1.53 miliardi di dollari, così come stabilito dalla prima sentenza.
Il caso ruota attorno a Windows Media Player: secondo l’accusa Microsoft avrebbe violato un brevetto relativo alla tecnologia di compressione MP3. La difesa ha inizialmente motivato con le royalties pagate alla tedesca Fraunhofer-Gesellschaft la bontà del proprio operato, ma in sede di giudizio la ragione è rimasta all’accusa. La strategia Microsoft, così, sembra ora volgere altrove.
Contestualmente al caso Alcatel-Lucent, infatti, Microsoft si è dovuta difendere dalle accuse provenienti in un altro contesto da AT&T: un caso simile è stato respinto dalla Corte Suprema con votazione 7-1 in quanto i brevetti non sarebbero applicabili all’estero e dunque l’accusa non avrebbe avuto motivo di denunciare l’operato dei responsabili di Redmond. Microsoft chiede ora che i principi espressi dalla sentenza della Corte Suprema vengano ribaltati su questo caso, cercando così una duplice vittoria dall’importante verdetto nel caso AT&T.
La sfida tra Microsoft e Alcatel-Lucent sarà ancora lunga in quanto l’intera vertenza è stata divisa in 6 capitoli, solo due dei quali sono al momento giunti a conclusione. Per il primo caso è ora tempo di appello, in attesa che anche le altre cause compiano i primi passi. Tra le parti i rapporti sono congelati e la decisione del giudice Rudi M. Brewster ha semplicemente chiesto di aggiustare i conti prima che le prossime questioni vengano affrontate.