Microsoft ha perso il proprio brevetto sul file system FAT (File Allocation Table). Indicato nei registri dello US Patent and Trademark Office al numero 5.579.517, il brevetto è stato revocato in quanto risulta totalmente accolto il reclamo avanzato contro lo stesso solo pochi mesi or sono.
La storia del FAT inizia con l’introduzione della nuova tipologia di file system nei sistemi DOS 2.0: correva l’anno 1982. Il file system si è in seguito prestato a svariati utilizzi e nel contempo la Microsoft ne ha richiesta la tutela del copyright. Il brevetto è stato ufficializzato solo il 26 Novembre 1996, 14 anni dopo l’esordio pubblico e 20 anni dopo la data dichiarata da Microsoft nel fornire specifiche circa lo sviluppo del sistema. Passati poco più di 7 anni arriva il reclamo: il brevetto sul FAT, secondo l’accusa, non sarebbe legittimo.
L’accusa è in questo caso rappresentata dall’organizzazione no-profit PUBPAT (Public Patent Foundation), gruppo che ha nel proprio oggetto sociale l’obiettivo di limitare i danni apportati dal copyright al sistema statunitense. Fin dal principio l’associazione aveva evidenziato una certa sicurezza nel portare avanti il tutto (le motivazioni andrebbero ricercate in precedenti utilizzi del FAT, vanificando così la priorità avanzata da Microsoft), e tale certezza ha trovato piena corrispondenza nel risultato finale: brevetto revocato.
L’accaduto ha una duplice valenza. Dal lato Microsoft le conseguenze derivano da un futuro mancato ricco introito in quanto a royalties. Per altri, invece, la sentenza è stata seguita da un sentito sospiro di sollievo: il brevetto sul FAT rappresentava per Linux una spada di Damocle in mano al nemico Microsoft in quanto il sistema è oggi particolarmente utilizzato proprio in ambito open source (Microsoft è passata all’attuale NTFS) per l’interscambio di dati con la piattaforma rivale. Tra i settori di maggiore diffusione del file system FAT vanno segnalati inoltre il comparto delle fotocamere digitali e quello delle chiavi USB.