La battaglia tra Microsoft e Motorola vede concludersi il primo round con la società di Redmond in vantaggio: nella giornata di ieri, infatti, l’International Trade Commission ha emesso una prima sentenza con la quale sostiene che diversi prodotti targati Motorola violino uno dei nove brevetti scagliati da Microsoft nel corso del mese di ottobre del 2010. Trattasi per il momento di una sentenza parziale, la quale dovrà essere confermata in futuro.
Al centro dell’attenzione vi è il brevetto numero 6,370,566, il quale riguarda una tecnologia realizzata da Microsoft per l’organizzazione di appuntamenti con amici oppure colleghi di lavoro mediante dispositivi mobile. Trattasi dunque di una feature di assoluta importanza soprattutto in contesti business, ma ampiamente utilizzata anche da utenti consumer. Secondo le prime indiscrezioni sarebbero circa 18 i dispositivi incriminati, tra i quali anche gli smartphone Atrix e Droid ed il tablet Xoom.
Una decisione definitiva è attesa per il prossimo 20 aprile, quando Motorola potrà conoscere l’esito di una procedura legale che rischia seriamente di minare la diffusione di tali prodotti: un’eventuale nuova sconfitta potrebbe infatti avere come conseguenza il blocco alle vendite dei suddetti dispositivi, con chiari danni economici per l’azienda il cui reparto mobile è recentemente finito nelle mani di Google. Nonostante tutto, però, un portavoce di Motorola ha sottolineato come la società sia piuttosto contenta per la sentenza, in quanto i giudici hanno dimostrato che soltanto uno dei nove brevetti (divenuti in seguito sette) potrebbe esser stato violato.
L’azienda con sede nell’Illinois potrebbe dunque risolvere l’intera questione mediante un aggiornamento software volto a modificare il sistema incriminato, utilizzando tecnologie differenti non brevettate da Microsoft. Lo scontro tra le due società sembra tuttavia destinato a non terminare qui: il numero complessivo di denunce è cresciuto nel tempo fino ad una cifra superiore alle cinquanta unità, con il coinvolgimento di numerosi tribunali statunitensi ed alcune cause avviate anche in Germania. In ballo, infatti, non c’è soltanto la sfida tra Motorola e Microsoft, ma sopratutto quella tra Microsoft e Google.