Microsoft nuovamente alla sbarra. L’accusa questa volta è di aver disturbato la libera concorrenza sul mercato tramite pratiche ostruzionistiche nei confronti di aziende rivali. Nell’occhio del ciclone, in particolare, Windows Media Player.
Secondo l’accusa, l’introduzione del player nel sistema operativo costituisce reato in quanto va ad influenzare il mercato dei player danneggiando in particolare Real Networks ed Apple Computer. Un altro lato dell’accusa punta invece il dito sulla non completa compatibilità (vista non come difetto ma come arguto stratagemma) con dei sistemi Windows con i server di tipo low-end.
Nel caso in cui la difesa non riuscisse a far valere le proprie ragioni, rimane da capire se l’intervento giuridico imporrà una sostituzione dei software attualmente in uso o se le imposizioni rimarranno confinate ad obblighi futuri. L’arrivo imminente del nuovo Longhorn, compatibilmente con i tempi delle procedure giurisprudenziali, lascia propendere per quest’ultima ipotesi.
Sarà una apposita sezione della Commissione Europea a doversi esprimere sul caso. Secondo voci interne alla commissione stessa, è precisa intenzione dei giudici il procedere comunque retroattivamente per precedenti infrazioni registrate a capo della Microsoft in ambito di giusta concorrenza e libero mercato.