Sempre di più Microsoft sta prendendo di mira le nuove possibilità offerte dal mercato per promuovere, vendere, licenziare o comunque trarre profitto dai suoi software, in cima ai quali c’è la suite di produttività Office. Le nuove modalità di revenue nelle strategie di Redmond servono principalmente a raggiungere nuovi mercati e nuovi target come i paesi in via di sviluppo, dotati di attrezzature non sempre allo stato dell’arte (e quindi non in grado di reggere il peso delle nuove suite di programmi Microsoft) e poco propensi a pagare per una serie di servizi che non utilizzano a pieno.
Meglio dunque offrire versioni gratuite (che si ripaghino con la comparsa di ad pubblicitari) o basic dei principali programmi. Al momento però non ci sono annunci precisi, solo una generale tendenza confermata anche dai vertici dell’azienda: «negli ultimi due anni abbiamo destinato più risorse di marketing allo sviluppo di strategie o modelli di business alternativi» ha dichiarato a Cnet Chris Capossela, vice presidente corporate: «c’è la sensazione che esista un ampio settore della popolazione che non riusciamo a raggiungere».
Per il momento rimane un esempio valido, riconosciuto come tale anche da Steve Ballmer, quanto Microsoft ha fatto con Outlook e Exchange: molte parti dei software (come la gestione delle mail o i calendari) sono accessibili sia tradizionalmente dal software che da web attraverso Outlook Web Access o da cellulare con Outlook Mobile o addirittura anche attraverso una normale telefonata con un sistema di voice recognition. Non è chiaro se una simile offerta possa essere il futuro dei servizi Microsoft, tuttavia rimane il fatto che la strada è aperta a modalità di accesso alternative.
Per il resto la suite Office non sarebbe in crisi: le vendite crescono regolarmente, l’ultimo quarto infatti ha visto un profitto di 4,8 miliardi di dollari contro i 3,6 dell’anno scorso, tuttavia è indubbio che uno spostamento verso le piattaforme web sia in atto: «siamo contenti di essere la compagnia leader nelle vendite e vogliamo continuare ad esserlo» ha detto sempre Capossela «per questo guardiamo a qualsiasi forma di distribuzione, da quella finanziata dalla pubblicità a quella web-based. La cosa che ci differenzierà da Google sarà sempre il modo in cui possiamo combinare queste possibilità, la modalità unica con cui possiamo connettere clienti, server e servizi».