Microsoft avrebbe messo sul mercato la controllata Razorfish. Il nome Microsoft è solitamente unito al verbo “comprare”, ma la necessaria ottimizzazione nell’allocazione delle risorse che la crisi economica impone ha evidentemente cambiato le carte in tavola. Anche Redmond, dunque, va sul mercato per offrire e gli azionisti potrebbero accogliere con favore questa iniziativa: flussi in entrata potrebbero significare nuovi investimenti, e tutti sanno quanto Bing abbia bisogno di danaro per lanciare il proprio brand contro la corazzata Google.
La cessione di Razorfish passa per l’intermediazione della Morgan Stanley, incaricata da Microsoft al fine di trovare un acquirente valido per l’asset. Microsoft è entrata in possesso delle strutture Razorfish due anni or sono, quando i primi passi anti-Google vennero mossi con una certa fretta portando anche all’onerosa acquisizione di aQuantive per 6 miliardi di dollari. Compresa nel prezzo c’era la “Avenue A/Razorfish”, entità mai entrata in vero contatto con il cuore Microsoft e più volte messa in vetrina alla ricerca di possibili acquirenti. La nuova iniziativa sembra significativa: Morgan Stanley sentirà presumibilmente la Publicis Groupe, oggi il nome maggiormente indiziato per il passaggio di proprietà. Alla finestra, però, anche Omnicom e quella WPP già in passato interessatasi all’affare.
La quotazione odierna di Razorfish è pari a circa 600/700 milioni di dollari e la notizia della possibile messa in vendita è trapelata nel weekend dalle pagine del Financial Times. Maurice Lévy avrebbe confermato alla testata il potenziale interessamento della Publicis Groupe, il tutto con l’obiettivo di far propria una agenzia di fondamentale rilievo poiché forte dell’esperienza di 2000 risorse umane controllanti oggi i contatti con gruppi quali Audi, McDonald’s o Nike. Recentemente anche Razorfish ha operato alcuni tagli al personale, ma si è trattata di una operazione coinvolgente meno di un centinaio di risorse ed introduttiva al recente cambio di CEO (Clark Kokich è stato sostituito da Bob Lord).
Microsoft operò l’acquisizione di aQuantive stretta nella necessità di avere una testa di ponte nel mondo dell’advertising. Fu una scelta affrettata e necessaria, ma per logica conseguenza non ottimale per le necessità del gruppo. L’epurazione di Razorfish potrebbe rimettere a posto le cose: Microsoft si priverebbe di un asset scomodo (pur se forte di 345 milioni di entrata nell’ultimo anno fiscale), monetizzerebbe il valore odierno e potrebbe meglio sfruttare il capitale così ottenuto. L’operazione è nelle mani della Morgan Stanley ed i presupposti per una buona riuscita dell’affare sembrano esserci.