Microsoft soffia sulle ceneri del Sender ID con la seria intenzione di rinvigorire un fuoco che si dava ormai per spento. La vicenda sembrava essere stata definitivamente sepolta nel momento in cui la IETF (Internet Engineering Task Force) annunciava la chiusura della commissione interna di valutazione del progetto (Mail Transport Agent Authorization Records in DNS), ma alcuni cambiamenti nella formulazione della proposta e l’arrivo dei primi appoggi importanti, ha rilanciato il Sender ID come proposta principe del gruppo Microsoft nella lotta allo spam.
Un improvviso rilancio della proposta era per la verità intuibile dalle strategie d’azione della IETF la quale, dopo la chiusura della MARID, aveva comunque lasciato la porta aperta consentendo la sperimentazione del Sender ID in ambiti particolari. Il tutto costituiva un importante invito rivolto a Microsoft affinchè il gruppo rivedesse le proprie posizioni e plasmasse la propria proposta in ossequio alle osservazioni giunte dall’esterno.
L’aspetto più importante della vicenda è lo strategico appoggio che Microsoft ottiene da AOL: quando proprio AOL negò il proprio assenso all’adozione del Sender ID come standard del web, la scelta costituì l’inizio della fine della prima formulazione. Oggi AOL cambia rotta e, applaudendo Microsoft per il passo intrapreso, ricomincia la sperimentazione del sistema anti-spam a distanza di un mese dall’interruzione.
America OnLine offre dunque la propria disponibilità a proseguire il lavoro intrapreso, ma tuttavia chiarisce subito come la proposta non sia comunque ancora assolutamente perfetta: « […] molti progressi possono essere compiuti e molto lavoro ancora andrà fatto». AOL garantisce in ciò il massimo supporto e promette che al momento opportuno renderà pubblici i risultati della sperimentazione.
Rimane ora da attendere la reazione della comunità open source. Alla prima uscita del Sender ID, il progetto fu sollecitamente bocciato dalla comunità a causa di una gestione delle autorizzazioni affidata in parte al sistema dei brevetti. Ora Microsoft riduce l’impatto di tale aspetto della vicenda e rilancia la proposta auspicando in un appoggio maggiormente esteso ad un progetto che ambisce a divenire uno standard universalmente riconosciuto e adottato. Una eventuale apertura al progetto da parte di ulteriori gruppi potrebbe infatti riaprire il tavolo di trattative presso la IETF.
L’adozione di un sistema quale il Sender ID potrebbe facilmente garantire l’eliminazione coatta di quell’80% di spam che, usando lo stratagemma della falsificazione del mittente, viene identificato sotto l’etichetta di “spoofing”.