Il World Economic Forum di Davos (Svizzera) è stata l’occasione per avere alcune interessanti anticipazioni sul mondo informatico che verrà, una delle quali proferita direttamente da un Bill Gates pronto a lanciare Microsoft nel mondo dei micropagamenti. Gates ha lasciato intendere come un nuovo sistema sia in fase di studio e l’obiettivo dichiarato sia quello di sviluppare un processo in grado di ridurre drasticamente i costi che gravano attualmente sull’utenza.
Il dito è puntato direttamente contro le carte di credito, oggi non adatte a traslazioni di minima portata: i costi fissi legati agli scambi di danaro aumentano in modo spropositato gli eventuali piccoli costi richiesti per servizi web-based, il che rende poco conveniente l’adozione del mezzo e lo sviluppo del sistema. L’idea Microsoft è quella di un servizio in cui un solo click predispone al pagamento, incoraggiando così l’esplosione di un certo tipo di commercio e rivedendo al ribasso il margine riservato agli operatori. Un punto interrogativo si è subito affiancato alle parole di Bill Gates: in tutto ciò che ruolo avrà PayPal? Il sistema di pagamenti di proprietà eBay è oggi leader assoluto del settore di riferimento e nemmeno Google è al momento riuscito a scalfire il brand. Microsoft potrebbe agire in concorrenza o in collaborazione, affiancando o sostituendo lo strumento che fino ad oggi gli utenti hanno dimostrato di apprezzare.
Google Checkout, PayPal, VISA, Mastercard, tutti nomi che ancora non hanno risposto alla domanda che pone Gates: cosa si può fare per stimolare autenticamente i micropagamenti? Google Checkout, in particolare, sembra sollevare qualche dubbio: atteso da molti come il PayPal-killer e come soluzione ideale per andare incontro alle esigenze del pubblico, lo strumento sembra ricevere un giudizio qualitativo poco entusiasta e la solerte penetrazione del brand deriverebbe più che altro dall’aggressiva pratica commerciale adottata fin dagli esordi. Una ricerca J.P. Morgan citata da ArsTechnica elenca risultati poco confortanti: solo il 18.8% degli utenti è totalmente soddisfatto della propria esperienza di pagamento, mentre molto più estesa sarebbe l’insoddisfazione (il 18.8% si scontra peraltro con il 44.2% accreditato invece a PayPal).
La questione sollevata da Gates ha ricevuto il plauso di molti, ma al tempo stesso la risposta suggerita non è ancora sufficientemente dettagliata per passare al giudizio del mercato. La soluzione più ovvia sembrerebbe quella di una estensione dei cosiddetti “Microsoft point”, una sorta di moneta virtuale Microsoft-centrica che riduce drasticamente i margini operativi costringendo ad un solo costo di “ricarica” svincolato dal numero delle transazioni. Difficilmente, però, un sistema simile riuscirebbe ad imporsi a causa, in primis, della mancata trasparenza dei prezzi d’acquisto (l’esempio più lampante giunge dall’attuale Marketplace in cui il reale costo dei prodotti è tutt’altro che intuitivo).
Gates lancia l’interrogativo in un giorno in cui nessuna risposta è attesa, perchè tutti sanno che le prossime ore saranno dedicate a Vista. Ma nel prossimo futuro Gates è atteso al varco: ha lasciato un discorso (volutamente) in sospeso.