I timori sono ormai quasi completamente rifuggiti: l’abbandono di Gates, comunicato con tutte le premure del caso, non ha rappresentato uno shock emotivo nè per l’azienda, nè per l’utenza, nè soprattutto per gli investitori. Il rischio sussisteva: Bill Gates è il leader indiscusso di Microsoft fino dagli esordi con Paul Allen e l’inatteso discorso di commiato avrebbe potuto rappresentare un problema per quanti vedevano in lui il pilastro del gruppo.
Il titolo ha retto. La giornata successiva all’annuncio di Gates il calo è stato appena accennato ed in giornata l’apertura è stata decisamente positiva. La linea generale è quella di una certa fiducia degli analisti nel gruppo: nel breve periodo Microsoft dovrà forzatamente scontare le conseguenze delle grandi spese sostenute in investimento, ma nel lungo periodo la crescita è nelle previsioni e l’uscita dei prossimi prodotti potrebbe essere la scintilla ad una sostenuta crescita. Solo Merrill Lynch ha criticato le tempistiche dell’annuncio, ma la fiducia in Ray Ozzie sembra giungere da più parti e lo shock è dunque scongiurato.