I numeri, come evidenziato da MarketingVox, dimostrano come il display advertising sia ancora un cantiere aperto: le performance non sono quelle ambite ed i benchmark evidenziano la necessità di compiere ancora passi avanti nello sviluppo degli strumenti per la scelta e lo sviluppo delle migliori inserzioni. Ciò nonostante il comparto vede l’ineluttabile ascesa del display ai danni delle inserzioni testuali (+25% la crescita prevista per l’anno in corso), il che ha consigliato a Microsoft di continuare ad investire in un ambito che altrimenti potrebbe diventare troppo facilmente preda dell’ascesa dei servizi di Mountain View.
Microsoft (oggi quarto player nel display adv sul mercato USA dopo Facebook, Google e Yahoo) ha iniziato i propri investimenti nell’advertising all’inseguimento di Google con l’acquisizione di aQuantive, ma l’operazione non si è rivelata fruttuosa quanto auspicato. Per Microsoft era tuttavia soltanto un primo passo, peraltro in un contesto completamente differente da quello attuale: Bing doveva ancora arrivare, l’accordo con Yahoo doveva ancora essere firmato, Facebook non era ancora protagonista del panorama Web.
L’impegno Microsoft continuerà ora con un paio di collaborazioni: il gruppo farà leva su AppNexus Inc. e MediaMath per mettere a punto strumenti in grado di migliorare il rapporto con gli inserzionisti, offrendo quanto necessario per ottenere il massimo dagli spazi acquisiti. Dennis Buchheim, general manager Microsoft, spiega che gli investimenti attuali sono semplicemente molto più intelligenti rispetto al passato e che il gruppo è totalmente interessato a proseguire il proprio impegno nel settore.
Il corrispettivo Microsoft di DoubleClick, Atlas (eredità dell’avventura aQuantive), sarà il fulcro delle novità: Microsoft spiega di essere pronta a riscrivere da capo i propri servizi e promette le prime integrazioni innovative fin dalle prossime settimane. Partendo dal display advertising basato sulla geolocalizzazione dell’utente: l’inserzionista avrà la possibilità di specificare, regione per regione, quale sia il “banner” da portare sotto gli occhi dell’utente, migliorando così in modo evidente l’impatto dell’annuncio. La rincorsa a DoubleClick, insomma, può ripartire.