BackWeb Technologies, società leader nello sviluppo di software per la comunicazione basato sulla tecnologia Push, avrebbe intentato causa contro Microsoft per aver infranto quattro brevetti depositati tra il 1999 e il 2003. Sotto accusa la tecnologia Background Intelligent Transfer Service (BITS), cuore pulsante dei servizi Windows Update e Windows Server Update, presenti all’interno di Windows XP, Windows Vista, Server 2003 e Server 2008, nonché numerosi altri prodotti di casa Redmond. L’ingiunzione, depositata il 20 marzo presso la U.S. District Court in San Francisco, chiede a Microsoft l’immediata sospensione dei prodotti sotto accusa, il riconoscimento della validità dei brevetti depositati da BackWeb Technologies e un adeguato risarcimento monetario.
La tecnologia BITS debutta nel 2001 all’interno di Windows XP come servizio in grado di gestire il trasferimento asincrono dei file tra i computer client ed un server remoto, e progettato al fine di agire in background regolando la velocità dei download in modo da non interferire con il trasferimento dati dell’intero network. Nel 2007, debutta all’interno di Windows Vista la versione 3.0 di tale tecnologia, introducendo caratteristiche prese direttamente dalle reti peer-to-peer. Secondo BackWeb Technologies, i prodotti Microsoft infrangerebbero tre brevetti (6,317,789; 6,539,429; 5,913,040) relativi alla loro tecnologia Transparent Update, ai quali si dovrebbe aggiungere il brevetto numero 6,374,289, coinvolto nell’ultimo aggiornamento apportato alla tecnologia BITS. «I brevetti coprono metodi e processi unici e originali per la trasmissioni delle informazioni digitali in background», riporta il documento d’accusa (PDF), «usati nella comunicazione tra un network di computer e un computer locale e in grado di modificare la velocità di trasferimento in modo da creare la minima interferenza con gli altri processi di comunicazione».
La società israeliana avrebbe chiesto alla corte un risarcimento danni triplicato, in quanto si presume Microsoft fosse pienamente cosciente dell’abuso al momento di creare la tecnologia BITS. Al momento da Redmond non sono ancora giunti commenti ufficiali in merito alla richiesta: «non ci sono ancora giunte le carte da parte della corte», ha dichiarato il portavoce della società David Bowermaster, «quindi sarebbe prematuro commentare».