Il Surface Laptop, annunciato da Microsoft il 2 maggio 2017, ha ricevuto recensioni molto positive, soprattutto grazie alla qualità costruttiva, al design e alle prestazioni. Lo spessore ridotto e l’estetica molto curata sono stati tuttavia ottenuti sacrificando la riparabilità, come testimonia il teardown effettuato dagli esperti di iFixit. Risultato simile anche per il Surface Pro, quinta generazione del noto ibrido 2-in-1.
Il Surface Laptop è un notebook con telaio in alluminio, display IPS PixelSense da 13,5 pollici (2256×1504 pixel), processori Intel Core i5-7200U e Core i7-7660U, 4/8/16 GB di RAM LPDDR3 e SSD PCIe da 128/256/512 GB. Per accedere ai componenti interni è necessario scollare e tagliare il rivestimento in Alcantara della tastiera. Anche quest’ultima è incollata al telaio, così come la scheda madre e la batteria. Gli unici componenti facilmente rimovibili sono i due altoparlanti e il jack audio da 3,5 millimetri. Altri ostacoli sono le schermature metalliche e i pad termici, ovviamente fissati con la colla.
Il verdetto di iFixit è impietoso: il Surface Laptop non è stato progettato per essere aperto. L’eventuale operazione non è reversibile, quindi al termine sarà praticamente da buttare. Processore, RAM e storage sono saldati sulla scheda madre. Per questi motivi, il punteggio di riparabilità del notebook è 0/10.
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Il Surface Pro è praticamente identico al Surface Pro 4, quindi per l’accesso ai componenti interni si incontrano le stesse difficoltà. Secondo iFixit, Microsoft è riuscita a fare di peggio. L’unico componente sostituibile del precedente modello era il disco a stato solido. Quello integrato nel Surface Pro non può essere rimosso. Il punteggio di riparabilità dell’ibrido 2-in-1 è quindi 1/10.