La trimestrale Microsoft non appare di facile interpretazione, ma un dato è certo: gli investitori di Wall Street hanno preferito vendere piuttosto che acquistare. Se i numeri non fanno altro che procrastinare le incertezze relative alle performance del gruppo, prospettive poco trasparenti sembrano allontanare i capitali degli azionisti spingendo il titolo ad un profondo -6.19% che chiude la settimana trainandosi appresso un Nasdaq quantomai fragile (in recupero solo a fine seduta).
La comunicazione ufficiale Microsoft relativa ai propri dati trimestrali esordisce sui grandi numeri: 13.45 miliardi di entrate nel trimestre, 4.41 miliardi netti, 0.47 centesimi diluiti. Tra i dati è incluso anche l’handicap di 0.15 centesimi per azione dovuti agli 1.42 miliardi di dollari dovuti alla Commissione Europea per le note vicende antitrust. Chris Liddel, CFO del gruppo, sottolinea l’importanza di un business differenziato considerandolo un asset fondamentale in grado di pilotare al rialzo il gruppo anche per i mesi a venire.
Tra i numeri, però, si intravvedono evidenti segni di sofferenza che vanno a colpire il tallone d’Achille del gruppo: Windows Vista. Impossibile non notare, infatti, che mancano almeno 300 milioni di dollari in bilancio rispetto alle stime nel segmento “consumer”, ove di per sé 4 miliardi di dollari rappresentano già un forte decremento rispetto in 5.3 dell’anno precedente. Allans Krans, analista Technology Business Research, compara il -23.7% di negativo ad un anno dall’esordio di Windows Vista con il -1% del 2002, ad un anno dall’uscita di Windows XP (numeri che Microsoft controbatte inquadrando il momento presente in ben altro contesto macroeconomico rispetto a 6 anni fa).
Il sospetto, è tutto nel fatto che Vista non riesca a raggiungere i risultati auspicati e la cosa determini (oltre a numeri in ribasso) anche pericolose conseguenze in prospettiva. Per Vista c’è da combattere una duplice concorrenza: quella interna di Windows XP in primis, e quindi quella esterna proveniente con modalità diverse tanto da Apple, quanto dal mondo open source.
Non solo: a contribuire al calo v’è anche la consapevolezza del fatto che il mercato dei pc negli Stati Uniti è previsto in forte calo. Aumentando dunque nel computo generale il peso specifico dei paesi in via di sviluppo, per Microsoft le possibilità di mercato sono minori mentre altre soluzioni alternative a Vista (dispendioso soprattutto in quanto ad esigenze hardware) guadagnano conseguentemente terreno. Il calo dei prezzi in taluni paesi emergenti, inoltre, non avrebbe favorito le vendite a scapito della pirateria: le licenze non autorizzate sarebbero costanti, mentre in calo risulta essere in computo generale degli introiti. Un passo falso importante, dunque, che in Cina vede uno dei suoi casi più eclatanti.
In questo contesto le conferme di XP sono solo il lato positivo della medaglia: dall’altra vi sono gli introiti perduti dal maggior reddito garantito dall’ultimo sistema operativo ed il tempo perduto alla ricerca della svolta che Vista non ha rappresentato. Microsoft, da parte sua, smorza ogni punto interrogativo spiegando che Vista risponde esattamente alle previsioni del gruppo giungendo nel trimestre a quota 140 milioni di licenze. Microsoft nega dunque ogni problema relativo a Vista e consegna numeri che raccolgono attenuanti da più parti, attentuanti che al mercato finanziario servono solo per gettare benzina sul fuoco.
Per il prossimo trimestre Microsoft prevede entrate tra 15.5 e 15.8 miliardi con un netto da 0.45/0.48 per azione. Le proiezioni per fine anno indicano entrate per 67/68 miliardi con poco più di 2 dollari netti diluiti, il tutto con numeri superiori rispetto a quanto lasciato prospettare dalle stime degli analisti.
Nessuna novità di rilievo relativamente a Yahoo. Silenzio da entrabe le parti, anche se difficilmente i telefoni in queste ore tacciono. Con il weekend scade l’ultimatum imposto a Sunnyvale e l’assenza di risposte mette Microsoft di fronte ad un bivio: abbandonare l’offerta (Wall Street però non ci crede e la conferma è nel mancato crollo delle azioni Yahoo, oggi aventi quotazione drogata dalle avance di Redmond) o iniziare le iniziative “ostili” volte al cambio di management prima di trovare una formula per la fusione.
A dir poco prorompenti i numeri del comparto entertainment: la Xbox si conferma ad alti livelli e giunge a 19 milioni di unità vendute. Entrate in crescita del 68% (1.58 miliardi, ad un tasso doppio rispetto alle attese) e domanda in continua ascesa consegnano a Microsoft un importante successo in un momento particolarmente importante per il ciclo di vita della console di Redmond.
A inizio trimestre nelle casse di Redmond v’erano 7.4 miliardi di dollari. A fine trimestre la cassa già è a 11.8 miliardi. Se il gruppo non gode di ottima salute, nemmeno al momento è possibile interleggere riscontri concreti di quelle previsioni pessimistiche che spingono Microsoft verso un ineludibile baratro. Al tempo stesso, però, il mercato chiede risposte. E nel frattempo le azioni sono rimandate a quota 30 dollari, il livello a cui il gruppo ha stazionato fin da quando il primo febbraio scorso ha avanzato pubblicamente la propria proposta d’acquisto a Yahoo.