Oggi, tutte le principali società nel campo informatico utilizzano e sviluppano algoritmi di machine learning per migliorare i loro prodotti come il riconoscimento vocale, i sistemi di ricerca e tanto altro. Ma Microsoft vuole portare il machine learning ad un altro livello mettendolo a disposizione delle masse. I ricercatori della casa di Redmond stanno lavorando ad un progetto che punta a democratizzare l’utilizzo degli algoritmo del machine learning.
In sintesi, Microsoft sta lavorando ad un sistema che consenta a tutti di insegnare ad i computer a come imparare, un sistema che è chiamato “machine teaching“. In altri termini, oggi, sono necessari team di esperti per sviluppare gli algoritmi di machine learing, ma grazie al progetto di Microsoft qualsiasi persona sarà in grado di sviluppare un algoritmo ed insegnare ad un computer a come imparare in un particolare ambito. Per esempio, questa futuristica tecnologia della casa di Redmond permetterebbe ad uno chef di insegnare ad un computer a come ideare nuove ricette senza però possedere alcuna specifica competenza in ambito di programmazione.
Quella che però può sembrare fantascienza è in realtà un progetto concreto in avanzata fase realizzativa. Microsoft sta infatti testando questo sistema di gestione del machine teaching all’interno di un gruppo ristretto ma l’obiettivo è quello di offrire ai suoi utenti una piattaforma che possa aiutare loro a programmare un PC affinché possa assisterli nei compiti di tutti i giorni.
Effettivamente, questa tecnologia apre scenari molto interessanti anche in situazioni molto delicate. Un medico, per esempio, potrebbe insegnare al computer a riconoscere alcune tipologie di malattia o comunque ad aiutarlo in alcune situazioni d’emergenza. Insegnare alla macchina significa potersi rapportare con device in grado di reagire in modo ottimizzato in base alle esigenze specifiche della persona (o dell’azienda, o della professione). La macchina non è solo disegnata attorno ad una tipologia di utente, ma viene ritagliata su misura grazie all’azione attiva dell’utente stesso. Il che andrà a creare anche un rapporto più stretto ed empatico tra uomo e macchina.