Microsoft ha vinto una fondamentale battaglia legale contro Motorola (Google), mettendo così al riparo tutta una serie di propri prodotti dalle offensive della controparte. Il giudice Corte Distrettuale di Washington, nella fattispecie, ha sposato appieno la linea dei legali Microsoft non riconoscendo il valore che Motorola pretendeva per alcuni brevetti di proprietà.
La guerra tra Motorola e Microsoft iniziò nel momento in cui il primo gruppo richiese al secondo cifre estremamente elevate per lo sfruttamento di alcuni brevetti relativi a connettività Wifi e codec H.264. Trattasi di brevetti essenziali, regolati quindi da principi FRAND (fair, reasonable, and non-discriminatory) per i quali il prezzo deve rimanere entro canoni specifici per consentire a chiunque di potervi accedere e, di conseguenza, accedere al relativo standard a prezzo convenzionato. Microsoft non ha voluto accettare quanto richiesto da Motorola (accusando esplicitamente Motorola di voler uccidere i video online con richieste fuori mercato), il cui ammontare complessivo avrebbe portato il valore di tali brevetti ad un esborso annuo pari a circa 4 miliardi di dollari. Ed il giudice ha condiviso appieno quanto asserito dai legali di Redmond.
Microsoft propose a suo tempo a Motorola ed alla Corte un pagamento pari a 1,2 milioni di dollari (contro i 4 miliardi pretesi dalla controparte). La Corte ha ora stabilito che la spesa massima per Microsoft sarà pari a 1,8 milioni, ma potrebbe anche essere inferiore sulla base di quanto determinato tra le parti.
La Corte salva soprattutto il mondo Xbox, su cui Motorola voleva gravare con una “fee” compresa tra l’1,15 e l’1,73% sul prezzo finale. La Corte deputata di valutare i termini FRAND dei brevetti in questione ha invece abbassato in modo sostanziale la richiesta ed ha così svuotato di valore i brevetti Motorola. Brevetti che, ad oggi, hanno portato a Google ben poche soddisfazioni: sconfitti da Apple prima e da Microsoft poi, i brevetti del gruppo sembrano svuotarsi di significato. E se l’acquisizione di Motorola da parte di Google sembrava essere motivata anzitutto dai brevetti in dote, allora la cifra stessa dell’operazione sembra assumere connotati grigi per Redmond.