In ballo c’erano 388 milioni di dollari e Microsoft si è aggiudicato la causa. Con una storica vittoria il gruppo di Redmond ha rimesso in cassa una cifra perduta dopo la prima sentenza che aveva visto il gruppo colpevole di violazione di un brevetto di proprietà Uniloc: l’appello ha rivoltato la tesi dell’accusa e Microsoft ne esce pulita.
Il caso aveva visto Microsoft inizialmente con il coltello dalla parte del manico, ma un primo appello aveva indicato un verdetto pericoloso: Microsoft risultava colpevole ed il danno accordato era pari a 388 milioni di dollari, una delle cifre più alte mai pagate per la violazione di un brevetto. L’accusa risale all’Ottobre del 2003 ed è relativa all’utilizzo da parte di Microsoft di alcune soluzioni software proprietarie senza le dovute autorizzazioni per proteggere Windows XP e alcuni applicativi di MS Office dalle riproduzioni pirata. «Crediamo di non aver commesso alcuna violazione, pensiamo che il brevetto non sia valido e che questo tipo di risarcimento per danni sia di fatto immotivato. Chiederemo alla corte di annullare il verdetto»: con questa dichiarazione Microsoft aveva accolto la sentenza lo scorso Aprile, rigettando in pieno le decisioni della corte e preannunciando immediato appello.
Nella propria analisi il giudice William Smith ha approfondito uno ad uno i diversi aspetti coperti dal brevetto Uniloc, giungendo infine ad una sentenza che conferma la tesi Microsoft: i due sistemi sono differenti ed il brevetto non inibisce agli sviluppatori di Redmond di utilizzare la propria tecnologia senza dover far riferimento alla proprietà intellettuale della controparte. Interessante è il fatto che, secondo quanto riportato da Betanews, entrambi i legali siano rimasti colpiti dal grado di comprensione tecnologica dimostrata dal giudice, il quale nella propria sentenza avrebbe affrontato tematiche tecniche specifiche scendendo nei dettagli e dimostrando profonda conoscenza sul tema.
Sebbene per Microsoft i processi relativi a problemi di proprietà intellettuale siano all’ordine del giorno, un caso in particolare rimane pendente e concentrerà gran parte delle attenzioni del legali del gruppo. Trattasi di una accusa che, partendo da un brevetto relativo all’XML, ha già tentato di bloccare le vendite di Word in tutto il mondo. Microsoft è fino ad ora riuscita a scampare al blocco, ma le parti rimangono in attesa di una sentenza che ponga fine alla vertenza. Microsoft parte dall’1-0 per la controparte. Il risultato invertito nel caso Uniloc rappresenta però una speranza. In ballo, in questo caso, 200 milioni oltre alla ben più importante possibilità di distribuire il software sul mercato.