FRAND: è questa una sigla che il settore della tecnologia ha imparato a conoscere molto bene negli ultimi anni poiché identifica i termini che regolano le licenze di brevetto relative agli standard del settore. FRAND sta per “Fair, Reasonable, and Non-Discriminatory“, ossia “giusto, ragionevole e non discriminatorio”: sono questi i parametri a cui deve attenersi una licenza relativa a brevetti essenziali per l’adozione di uno standard. Se però la parte licenziataria cambia le carte in tavola, allora crolla uno degli architravi che reggono il mondo dei brevetti. Di qui alla guerra, il passo è breve. Microsoft e Google ci sono dentro appieno e nelle ultime ore è accaduto qualcosa di molto importante.
Dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti è giunta una ferma raccomandazione alla International Trade Commission (ITC) incaricata di sbrogliare difficili matasse relative questioni di proprietà intellettuale. La raccomandazione è esplicita: occorre evitare di offrire strumenti alle aziende che intendono far valere i propri brevetti essenziali per gli standard come leve per bloccare prodotti altrui. Tali brevetti, regolati da regime speciale, non possono diventare strumenti di offesa e la ITC deve dunque seguire tale linea per fare in modo che gli standard non risultino indeboliti da una interpretazione nuova di un cardine fondamentale dell’intero sistema brevetti.
Di casi simili se ne sono avuti molti negli ultimi mesi, ma uno in particolare torna agli onori delle cronache in queste ore: la sfida tra Microsoft e Google, con la prima pronta a riversare sulla controparte le proprie accuse relative al modo in cui i brevetti ereditati da Motorola sono stati utilizzati per chiedere la sospensione delle vendite per prodotti quali Xbox, iPhone o iPad. In questi casi le violazioni erano state identificate in tecnologie per la riproduzione video o per la connettività WiFi.
Ma nelle ultime ore due fondamentali novità. Dapprima v’è la forte critica Microsoft alla FTC, alla quale viene criticato l’atteggiamento eccessivamente permissivo nei confronti di Google. L’accordo firmato con l’antitrust USA, infatti, consente all’azienda di Mountain View di gestire i brevetti FRAND con varie eccezioni, potendo così usare tali brevetti come grimaldelli nel caso in cui si sia ricevuta una denuncia da qualsivoglia altro gruppo. La contestazione Microsoft giunge nel mezzo del periodo in cui la FTC concederà al pubblico di vagliare l’accordo, consentendo eventuali ritocchi al documento prima di portarlo in esecuzione. Questo chiede Microsoft alla FTC: adeguare l’accordo ai parametri imposti dal DOJ, portando avanti un atteggiamento estremamente più fermo nei confronti dei brevetti essenziali per gli standard. Microsoft chiede un passo indietro insomma, ma lo fa con il supporto di un documento che la FTC non potrà certo ignorare.
Un passo indietro, nel frattempo, giunge da parte della stessa Google. Il gruppo avrebbe infatti ritirato le proprie richieste di blocco della commercializzazione della Xbox per violazione di brevetti parte degli asset acquisiti da Motorola. Microsoft si era opposta da tempo alle richieste Google, ravvedendo nel prezzo richiesto un elemento del tutto al di fuori dei parametri di “equità, ragionevolezza e non discriminazione” previsti. Nell’accordo con la FTC Google aveva anticipato il proprio passo indietro, ma nel documento ha altresì inserito una serie di clausole su cui Microsoft sta ora puntando il dito.
La questione non è conclusa, insomma, ma i nodi stanno per venire al pettine. Dalla sfida tra Microsoft e Google se ne uscirà con assiomi nuovi validi per molti altri casi similari del passato e del futuro.