Continua la lotta di Microsoft nei confronti di Android: il gruppo di Redmond, dopo aver ottenuto accordi con diversi produttori per la concessione di licenze atte a regolarizzare la rispettiva posizione, punta ora il dito contro Motorola, rea secondo la società guidata da Steve Ballmer di aver violato una serie di brevetti in proprio possesso tramite la distribuzione di smartphone Android. L’acquisto di Motorola da parte di Google non è valso dunque una tregua: il team legale di Redmond ha immediatamente rilanciato le accuse, spianando così la strada ad uno scontro tra titani nel quale Google è coinvolto questa volta in prima persona.
In particolare sarebbero sette i brevetti scagliati da Microsoft contro Motorola in un attacco il cui obiettivo è quello di fermare l’importazione dei terminali incriminati all’interno del territorio statunitense. La denuncia è stata infatti depositata presso l’International Trade Commission già a fine 2010, i cui poteri risultano sufficienti ad imporre un blocco delle importazioni qualora dovessero essere ravvisate violazioni della proprietà intellettuale da parte di Motorola: i primi verdetti potrebbero giungere entro la fine dell’anno, mentre la parola fine potrebbe essere scritta nel corso del prossimo mese di marzo. In queste ore stanno iniziando le prime audizioni, portando così in tribunale la causa a poche settimane dall’operazione che ha portato Motorola tra le braccia di Google.
Con il suo 43%, Android è ad oggi una delle piattaforme mobile più utilizzate al mondo e rappresenta quindi per Microsoft uno dei principali rivali nella scalata di Windows Phone 7. Nel corso dei mesi il gruppo di Redmond è riuscito a siglare accordi di licenza con società quali HTC, Velocity ed Itronix, garantendosi introiti economici per ogni dispositivo Android venduto: la strategia di Microsoft per combattere il robottino verde è basata quindi tanto sulla produzione di smartphone in grado di competere sul campo quanto sull’utilizzo delle vie legali.
Il caso giunge a breve distanza dall’acquisizione da parte di Google dell’intero asset Motorola (ed è questo un rischio messo evidentemente in conto dal gruppo di Mountain View): Google risulta quindi doppiamente coinvolto nella vicenda, dovendo difendere sia la propria piattaforma operativa, costantemente bersagliata da minacce legali, sia Motorola stessa, la quale diverrà nel tempo il punto di riferimento per Google nella produzione di smartphone con il proprio brand.
Il caso, come è facile intuire, stabilirà in buona parte gli equilibri futuri del settore, nonché i rapporti di forza in divenire tra i due grandi nemici del momento: Microsoft e Google, entrambi pronti a tutto pur di candidarsi nella lotta contro Apple per la conquista del mondo mobile.