Il Microvision, grazie ai propri aspetti innovativi, viene incluso a pieno titolo fra le prime console portatili della storia.
Sviluppato nel lontano 1979 da Jay Smith e distribuito dalla statunitense Milton Bradley Company, Microvision possedeva varie peculiarità tecnologicamente avanzate, tipiche dei più moderni handheld game.
Tale console può essere considerata come un Game Boy piuttosto rudimentale: dotata di uno schermo a cristalli liquidi da 16 x 16 pixel e funzionante a batterie, necessitava dell’inserimento di apposite cartucce di gioco perché entrasse in funzione.
Non si trattava, infatti, di un’apparecchiatura basata su un microprocessore, ma era fornita di un controller chip in grado di leggere la serie di comandi pre-registrata sulle cartucce di gioco.
Nonostante la sua breve permanenza sul mercato, vennero sviluppati ben 13 titoli per il Microvision, e l’azzeccata combinazione fra portabilità e un sistema basato su cartucce intercambiabili valse a Jay Smith un fatturato di 8 milioni di dollari solo nel primo anno del suo rilascio.
Tuttavia, la produzione venne interrotta a pochi anni di distanza, nel 1981. Fra le ragioni principali sono da citare le dimensioni ridotte e la fragilità dello schermo, nonostante fruisse della tecnologia LCD, e il keypad ugualmente delicato nonché scomodo nel suo utilizzo.