La polemica esplosa su Apple e Foxconn per le annose condizioni di lavoro a cui sono costretti gli operai cinesi, ha generato un circolo virtuoso all’interno dei distretti produttivi asiatici. Grazie anche all’impegno di The Fair Labour Association, che ha portato alla luce i problemi di sfruttamento all’interno delle fabbriche, Foxconn ha deciso di ridurre progressivamente le ore di lavoro individuali e di aumentare, per contro, gli esigui salari dei dipendenti. C’è però un rovescio della medaglia: le nuove norme porteranno alla produzione di un numero minore di nuovi iPad.
Si tratta di un effetto collaterale, se così è possibile definirlo, del tutto accettabile sia per Apple che per l’utenza, considerato come la dignità dei lavoratori debba essere messa dinnanzi a qualsiasi altra esigenza, soprattutto in termini di vendita. Tale effetto si potrebbe tradurre in tempi di consegna maggiori per gli acquirenti del nuovo iPad, al momento attestati su 1-2 settimane dell’ordine data l’enorme richiesta.
A rivelare questa situazione è Shaw Wu, analista di Stern Agee, il quale ha sottolineato come la richiesta di nuovi iPad continuerà a mantenersi elevata nei prossimi mesi, un dato questo in controtendenza con recenti analisi concorrenti, ma il nuovo ecosistema lavorativo di Foxconn potrebbe impedire la riduzione dei tempi di consegna e la disponibilità immediata di esemplari.
Non è solo Foxconn, anche se in modo del tutto lecito e comprensibile, a generare rallentamenti per la sete di vendita di Cupertino. Anche i Retina Display hanno subito qualche intoppo produttivo, data la nuova peculiarità di fabbricazione che necessita di una precisione certosina, perché richiede l’elevazione dei LED dalla scheda elettronica di segnale. Samsung, la principale fornitrice di questi pannelli, avrebbe ormai raggiunto un buon compromesso tra produzione e tempistiche, mentre LG e Sharp – gli altri due vociferati fornitori – proseguirebbero con più lentezza.