Riuscite a immaginare un meeting hacker? Uno qualsiasi, badate bene, non vi sto indicando nessun caso specifico.
Di solito in un meeting si incontrano sia i singoli individui, con i loro percorsi di approccio alla tecnologia, che realtà collettive, di collaborazione e libero scambio.
Community come Italian Linux Society, Ubuntu, svolgono le loro funzioni di network sociale da molto prima che il Web 2.0 prendesse piede e istituisse una piattaforma tecnologica che svolgesse questa funzione.
Queste comunità vivono in Mailing-list, di comunicazione semplice e impersonale, forse anche di tecnologie obsolete, ma che vengono continuamente revisione, grazie al software opensource.
Riuscite a pensare a come può lavorare la comunità ubuntu (software completamente opensource) senza il supporto di questi volonterosi e anonimi abitanti della rete?
Ora che vi siete fatti un’idea è giusto che sappiate che questi meeting, e quelle mailing list, sono il posto migliore, per un sistemista/programmatore, di trovare lavoro e contatti utili fra persone che svolgono la medesima funzione lavorativa, o occupano posizioni complementari. In particolare il laboratorio open source di Milano MiLug (Linux User Group di Milano), in questo momento vede un fiorire di contatti lavorativi nelle mailing list interne al sito, accessibili a tutti i programmatori (soprattutto quelli che capiscono e implementano codici opensource).
Queste mailing list non sono tanto finalizzate al lavoro, però sono popolate dall’avanguardia informatica dei nostri tempi, in cui la creazione di software rimane un atto libero e sconsiderato, e proprio per questo può essere considerato un vero calderone di menti a disposizione delle aziende e della ricerca in Italia e anche nel resto del mondo. Probabilmente il MIT è il fulcro di questa cultura.