E se la realtà aumentata entrasse nell’esperienza di guida di un’automobile? E se il futuro di oggetti simili ai Google Glass fosse più utilitaristico e circostanziato rispetto a quel che Mountain View non avesse immaginato? L’ipotesi arriva dai laboratori BMW, ove un nuovo paio di occhiali (già anticipati nei mesi scorsi) è stato presentato in comunione al brand Mini. La tecnologia in questione è denominata Mini Augmented Vision e si tratta di un esperimento estremamente ambizioso per ottimizzare il matrimonio tra la tecnologia e nuovi strumenti di interazione, tali da innovare completamente l’esperienza di guida nel nome, soprattutto, della sicurezza.
Mini augmented vision
Il design è in linea con le curve e lo spirito Mini; la tecnologia è quella di un dispositivo ambizioso; le features sono quelle di un device progettato con specificità e dettaglio. Il concept che ne esce è forte, tale da identificare un nuovo modo di pensare agli smartglass: non un dispositivo a se stante, ma una estensione personale all’interno di un determinato contesto.
Limitarsi a definire i “glass” BMW come un concept è cosa necessaria, poiché all’Auto Shanghai 2015 quel che è stato presentato è un progetto in divenire, una sorta di proiezione sul futuro di quel che nuova tecnologia potrebbe portare dentro l’abitacolo.
L’idea nasce da una collaborazione con Qualcomm Connected Experiences, da cui viene sviluppata la tecnologia Qualcomm Vuforia. Mini augmented vision altro non è se non un modo di arricchire l’esperienza di guida attraverso un paio di occhiali che possano portare davanti agli occhi di chi guida tutto quanto necessario: informazioni sulla vettura, immagini da sensori esterni, notifiche in arrivo dall’area infotainment ed altro ancora.
Gli occhiali hanno un corpo particolarmente voluminoso sulla parte superiore, potendo così ospitare chip e sensori in grado di sviluppare l’intelligenza di bordo del dispositivo, ma il tutto è pensato in modo integrato: l’occhiale è parte integrante del veicolo, è pensato per un utilizzo esclusivo in questo scenario e non si ambisce a dotare il supporto di alcuna altra funzione.
Limitare le ambizioni degli smartglass potrebbe essere un modo per avvicinarli alla loro reale identità. Mini augmented vision (un progetto animato da processore Qualcomm Snapdragon 805, GPU Qualcomm Adreno 420, 2GB di RAM, 720p di risoluzione e batteria da 1400 mAh, con sistema operativo Android 4.4), fa leva su connettività (Bluetooth o Wifi), display stereoscopici e GPS per offrire a chi guida una esperienza nuova.
E le possibili applicazioni sono molte: una modalità di parcheggio che consente di manovrare senza girare il tronco; piccole icone semitrasparenti per segnalare chiamate o SMS in arrivo, la cui lettura sarà in modalità vocale tramite altre tecnologie di bordo; informazioni in grado di “aumentare” la realtà circostante e rendere ancor più sicura la guida; “First Mile / Last Mile”, una sorta di assistenza al guidatore nelle immediate vicinanze al veicolo, per consentigli di raggiungere a piedi la destinazione desiderata o di raggiungere l’auto durante il ritorno; tramite la connessione tra videocamere esterne e occhiali, si può simulare una sorta di visione ai raggi X che rende virtualmente trasparente l’automobile per poter visualizzare ostacoli esterni attraverso le lenti.