L’impossibilità di trovare una scheda video moderna a prezzi normali non è solo un problema che riguarda i gamer. Gli scienziati del SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) vogliono estendere la ricerca di vita extraterrestre a due osservatori, ma finora non sono riusciti ad acquistare le ultime GPU di AMD e NVIDIA. Tutta colpa del mining delle criptovalute.
Le schede video di fascia alta possono essere sfruttate per diversi compiti, il più noto dei quali è sicuramente l’esecuzione dei giochi ad altissima risoluzione. Nel corso degli anni, le GPU sono diventate “general-purpose” e vengono utilizzate anche in altri settori, ad esempio per l’elaborazione dei dati ricevuti dai radiotelescopi che fanno parte del programma SETI. Dato che la ricerca di vita extraterrestre richiede la scansione di un ampio spettro di frequenze, gli scienziati usano le GPU per elaborare più velocemente i dati (solo il telescopio di Berkeley ha 100 GPU).
Circa due mesi fa era stato pianificato un aggiornamento per gli osservatori Green Bank in West Virginia e Parkes in Australia, ma nessun fornitore ha potuto soddisfare la richiesta. In pratica le GPU di fascia alta sono introvabili e le poche disponibili hanno un prezzo raddoppiato. La causa di tutto ciò si chiama mining delle criptovalute. La generazione di Bitcoin richiede processori specializzati (ASIC), ma per altre monete virtuali (ad esempio, Ethereum) sono sufficienti più GPU collegate in parallelo.
Molti “cercatori di criptovalute” acquistano le schede video di AMD e NVIDIA più potenti per generare monete digitali. I profitti non sono elevati, ma con 12 o 24 GPU è possibile recuperare i costi iniziali in circa sei mesi. Per colpa di questi idioti (come li definisce TechCrunch) c’è il rischio di non poter rilevare eventuali segnali alieni provenienti dallo spazio.