Fotografare le stelle è tutt’altro che facile. Se pensavate che i generi tecnicamente più difficili siano lo still-life oppure la macro siete fuori strada. Certo, portarsi a casa uno scatto con qualche puntino luminoso in mezzo ad una massa oscura è alla portata di tutti. Ma provate a stamparla su grande formato. Dura, eh?
Basta fare due chiacchiere con qualsiasi appassionato di fotografia astronomica per rendersi conto di quante siano le variabili che possono compromettere il risultato finale di una notte insonne con la fotocamera puntata verso le stelle. Uno dei problemi in questione è ad esempio il moto apparente delle stelle, di cui vi ho già parlato nel tutorial sugli star trails.
Il fatto è che non sempre sono desiderabili le “tracce di luce”, anzi solitamente si preferisce vedere il “puntino” creato dalla stella ben nitido e fermo. Basterà usare ottiche luminose ed alte sensibilità? Certo, ma si rischia di imbattersi in cali di nitidezza ai bordi e nel rumore digitale. Una soluzione è usare un inseguitore astronomico, che fa muovere la fotocamera con la stessa velocità di rotazione della terra, annullando quindi il moto apparente delle stelle.
Gli inseguitori astronomici sono però spesso ingombranti e richiedono un’alimentazione dedicata. Una soluzione viene proposta con l’ingegnoso Minitrack: un inseguitore portatile ad orologeria che sta tranquillamente nello spazio occupato da un’ottica di medie dimensioni. Grazie alla collaborazione con il suo ideatore e produttore, l’astrofilo maceratese Cristian Fattinnanzi, ho avuto la possibilità di provarlo durante uno “Star Party” presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena a Monte Fiegni (MC): potete quindi leggere in dettaglio le mie impressioni.
DESIGN ED ERGONOMIA
Il Minitrack è tanto semplice quanto geniale. Il suo “cuore” è il classico timer da cucina che ci segnala con un sonoro scampanellio quando è ora di tirare fuori l’arrosto dal forno. Questo timer ad orologeria fa compiere un giro alla manopola sopra di sé in 60 minuti. Applicando a questo timer uno spicchio di ruota dentata il movimento generato corrisponde alla cosiddetta velocità siderale. Il Minitrack è tutto qui. Il corpo in alluminio infatti permette semplicemente di collocare adeguatamente l’attacco per il cavalletto, la testa sferica ed il mirino polare. Quest’ultimo di importanza fondamentale, dato che l’inseguitore astronomico funziona correttamente solo se il suo centro di rotazione è puntato verso la stella polare. Ci sono poi anche delle finezze, come la molla che permette di bilanciare il peso della fotocamera. Non è infatti pensabile che il motorino di un timer da cucina riesca a spostare un corpo macchina ed un’ottica che pesano tranquillamente due chilogrammi. Ho anche apprezzato la lavorazione fine dell’alluminio: sul corpo troviamo infatti anche dei solchi che assicurano una migliore presa dell’attacco del cavalletto, nonché delle tacche che indicano quanti minuti di carica sono stati dati al meccanismo ad orologeria.
IMPRESSIONI D’USO
Usare il Minitrack è facile. A parte riuscire a puntarlo verso la Stella Polare. Individuare un puntino luminoso dentro quel tubicino bianco che chiamano “mirino polare” mi ha messo in difficoltà. Ma devo ammettere che sono un fotografo di stelle alle prime armi. Infatti gli altri astrofili che erano con me allo Star Party hanno effettuato il puntamento quasi ad occhi chiusi. Comunque una volta centrata la Stella Polare si blocca bene la testa del cavalletto e da quel momento in poi si è liberi di scattare. L’unica attenzione è quella di impostare un tempo di scatto non superiore a 100/lunghezza focale. Ad esempio io usando sulla mia Nikon D700 l’ottica fissa AF Fisheye-Nikkor 16mm f/2.8D potevo spingermi fino a 6 minuti di esposizione. Per mettere alla prova adeguatamente il Minitrack ho effettuato tre scatti per ogni inquadratura: uno con ISO alti, tempo breve e Minitrack fermo; uno con ISO bassi, tempo lungo e Minitrack fermo; infine uno con ISO bassi, tempo lungo e Minitrack attivo. I risultati, come potete vedere dagli scatti in galleria sono stati rispettivamente evidente rumore digitale nel primo caso, star trails nel secondo, immagine pulita e ferma nel terzo. Ovviamente ad essere ferme e pulite sono le stelle: il paesaggio diventa giustamente mosso quando il Minitrack è attivo. Basterà però sovrapporre due scatti, uno con ed uno senza il Minitrack, mascherando le parti “peggiori”, per ottenere uno scatto complessivamente pulito.
CONCLUSIONI
Premessa. Non sono un astrofilo. Per me Vega è da dove vengono i nemici di Goldrake. Proprio per questo ho apprezzato la facilità con cui ho ottenuto buoni risultati con il Minitrack. Certo, gli appassionati di fotografia astronomica che erano vicino a me allo Star Party hanno lavorato in modo più accurato, realizzando ad esempio più scatti da fondere insieme usando software come DeepSkyStacker. Ma anche nei miei modesti scatti è evidente il vantaggio offerto da questo piccolo e compatto inseguitore astronomico: consente di avere le stelle ferme e nitide tenendo gli ISO bassi ed anche il diaframma non necessariamente del tutto aperto.