In una sola giornata due colpi bassi alla RIAA. Lo scorso 16 Luglio si è diffusa la notizia della legge USA che proporrebbe addirittura il carcere per chi scarica musica protetta da copyright: tra polemiche ed atteggiamenti per lo più attoniti, la notizia è giunta improvvisa e si attendeva una replica dal mondo del P2P. E, sia pur se indirettamente, la replica è arrivata.
È di oggi la notizia secondo cui il celebre MIT di Boston si rifiuterebbe di consegnare alla RIAA l’elenco degli studenti che hanno scaricato MP3. Formalmente la posizione del MIT è di totale estraneità: non dichiara di voler mantenere una etica pro file sharing e copre la propria scelta di negare gli elenchi alla RIAA con una necessità formale di difendere i propri studenti.
Nel contempo perfino Michael Jackson si schiera contro l’associazione delle major musicali: «In USA creiamo nuove opportunità dalle avversità, non leggi punitive. Dovremmo guardare alle nuove tecnologie…« e si giunge a far diretto riferimento all’innovativo iTunes di Apple. Secondo Jackson gli utenti sono l’anima del commercio musicale, e le soluzioni punitive non possono che risultare dannose.
La sentenza che aveva costretto Verizon ed altri ISP statunitensi a cedere alle richieste della RIAA vacilla già a pochi giorni dall’emissione. La situazione si fa sempre più instabile ed in questa precarietà si avanza a suon di slogan. C’è da attendersi ora la contromossa delle grandi case discografiche, ormai paradossalmente sul piede di guerra con i propri clienti.