È mirrorless, ma non è una fotocamera: il progetto messo in campo da Mitsubishi raccoglie l’invito rivolto nel 2015 dal WP.29 (United Nations World Forum for Harmonization of Vehicle Regulations) all’intera industria delle quattro ruote, per sostituire gli specchietti tradizionali con sistemi tecnologicamente più avanzati e in grado di offrire un maggiore livello di sicurezza.
Il sistema messo a punto è in grado di identificare con precisione qualsiasi oggetto e occupante della strada a una distanza massima pari a 100 metri, fornendo al conducente avvisi in tempo reale sugli ostacoli che sopraggiungono. Alla base di tutto, neanche a dirlo, l’intelligenza artificiale e algoritmi di machine vision proprietari dediti all’analisi avanzata delle immagini catturate dalle videocamere a bordo. Un approccio di questo tipo si inserisce appieno in una nuova visione della mobilità, innovativa e più sicura, con l’obiettivo di ridurre sensibilmente gli incidenti dovuti a distrazioni e scarsa attenzione, soprattutto durante i cambi di corsia.
La vettura è in grado di distinguere pedoni, automobili e motociclette. Rispetto ad altri sistemi di questo tipo, migliorano sia la portata (da 30 a 100 metri di distanza) sia l’accuratezza (dal 14% all’81% di precisione). I primi veicoli equipaggiati con una tecnologia di questo tipo arriveranno sul mercato già a partire dal prossimo anno, inizialmente in Giappone. I benefici sono molteplici: tra i più importanti l’eliminazione dei problemi legati ai cosiddetti blind spot (zone scarsamente visibili con gli specchietti tradizionali) e un miglioramento dell’aerodinamica che si traduce in minor attrito generato durante il movimento ossia velocità più elevate e consumi ridotti.
Mitsubishi non è ovviamente l’unica realtà del settore impegnata in questa direzione: il concorrente Tesla di Elon Musk, ad esempio, ha sperimentato una soluzione simile già nel 2014.