Ho notato che gli operatori italiani privilegiano sempre più piani e promozioni che si basano su una tariffazione a tempo per connettersi alla rete Internet, e non a volume, com’era fino a qualche tempo fa.
Prendiamo Vodafone, ad esempio: andando sul sito del 190, sezione Privati, Servizi e poi Offerte Internet, capeggiano ormai solamente offerte a pacchetti di ore: un giorno, 100 ore al mese e così via. Un avviso informa che “Le offerte Internet a Volume sono disponibili solo per i clienti in possesso di una SIM attivata prima del 21 Novembre 2004.”
Passiamo a Wind: alle offerte a volume si affiancano quelle a tempo che prevedono pacchetti da 50 o 100 ore mensili per la connessione.
Anche sul sito della 3 le tariffe a tempo occupano la totalità della vetrina. Per TIM invece, un equo bilanciamento tra tariffe a tempo e a volume, sempre in vetrina.
Insomma, una tariffa a tempo senza limiti sulla quantità dei dati scambiati sembra essere invitante, anche in virtù delle velocità di navigazione sempre più elevate sventolate da pubblicità e spot. Ma davvero c’è tutta questa convenienza per noi clienti? Purtroppo ho i miei dubbi.
Condizione alla base di tutte queste offerte è la durata minima della sessione temporale sulla quale viene conteggiata la connessione effettuata, fissata in tutte le offerte che ho visto a ben 15 minuti. In pratica si paga, in anticipo, un gettone che garantisce un quarto d’ora d’accesso alla Rete, indipendentemente poi se si sfrutta tutto o solo per qualche secondo. Passato questo quarto d’ora, se si accede di nuovo alla rete, se ne paga un secondo e così via.
A meno di “un’intensa” navigata in Rete, un tale tempo di connessione è assolutamente inadatto ad un uso quotidiano del mobile Internet. Scaricare e controllare i feed RSS nei momenti liberi, curiosare tra le pagine di quotidiani e testate online, controllare la posta, chattare con programmi di instant messaging, orientarsi grazie a Nokia o Google Maps, caricare foto scattate in mobilità, usare Skebby e affini e tanto altro: sono tutte operazione sporadiche che necessitano di pochi secondi di connessione, un minuto al massimo.
La rivoluzione che i device mobili stanno introducendo, a detta dei massimi esperti del settore, li vede come apparati in grado di estendere le potenzialità della Rete in ogni luogo, ma per loro stessa natura devono essere considerati nomadi, disconnessi. Accedono si ad Internet, ma per brevi momenti e di rado. Qualcuno si faccia spiegare dagli uffici marketing di queste aziende in che modo monoblocchi da 15 minuti favoriscono quest’ottica?
Certo, sappiamo tutti che i gestori telefonici italiani sono società il cui unico fine è il profitto, quindi non stupisce che per l’ennesima volta abbiano messo in campo strategie volte a scucire il maggior numero di euro possibili dalla tasche di noi clienti.
Quello che mi preoccupa è la loro totale noncuranza per l’evoluzione del settore TLC. Ostacolare in tutti i modi la diffusione del Mobile Internet nel momento in cui sta iniziando ad entrare in contatto con le masse, solo per guadagnare qualche spicciolo in un ottica a breve periodo, non ha mai portato frutti guardando le cose a medio-lungo termine, e questo è risaputo. Voi cosa ne pensate? Queste nuove offerte vi hanno favorito o svantaggiato?