Chi se lo ricorda il Mobile World Congress del 2014? Chi c’è stato, ben ricorda tutti quei visitatori con i Google Glass indosso, che giravano come alieni tra gli stand con il petto gonfio di una inebriante innovazione.
Chi se lo ricorda il Mobile World Congress del 2015? Chi c’è stato, ben ricorda tutti quei visitatori con gli smartwatch al polso, che giravano come alieni tra gli stand con il gomito alzato per guardare inebriati il moltiplicarsi delle notifiche su polsi pieni di orologi e smartband.
Cosa ricorderemo del Mobile World Congress 2016? Chi c’è stato, non può aver fatto a meno di notare la moltiplicazione dei visori per la realtà virtuale e la goffaggine di quegli alieni che, nascosti dentro un mondo parallelo, ballavano inebriati alla ricerca di una nuova emozione.
Mobile World Congress 2016
L’unica grande certezza emersa dalla kermesse di Barcellona sta nel suo claim: “Mobile is everything“. C’è chiarezza di visione a livello di sistema, insomma, mentre molte meno certezze sono al momento declinate a livello di mercato: quale device conquisterà il cuore degli utenti? Quali applicazioni caratterizzeranno il futuro prossimo del settore? Dove si nasconde la vera innovazione? Spesso il mercato si è caratterizzato in passato da scarsa visione e goffi tentativi: oggi la situazione appare quasi ribaltata, con grandi visioni pronte a cercare audience e progetti mirati in grado di espletarne rapidamente le potenzialità. Tutto ciò avviene però in un momento di drammatica evoluzione generale: il 5G campeggia ovunque sul capo di migliaia di visitatori che camminano in 4G, la realtà virtuale aleggia laddove ancora ci si chiede come si possano monetizzare le app al netto delle briciole dell’advertising.
Tutto ciò senza qualche inevitabile contraddizione. Inutile cercare l’app del Mobile World Congress su dispositivi Windows Phone, ad esempio: la più grande fiera tecnologica al mondo dedicata al mobile ha ignorato completamente la terza piattaforma più diffusa in Europa lasciando a bocca secca quanti avevano magari in tasca un Lumia 950 XL appena acquistato. Curiosa inoltre la doppia coda all’ingresso: lunghe e macchinose manovre hanno reso più lenta la coda di quanti si sono autenticati via Bluetooth che non quelli armati di tradizionale badge al collo. Peculiare infine il fatto che nell’era del mobile e della realtà virtuale sia necessario organizzare una grande fiera, in grandi spazi, con chilometri e chilometri da macinare tra gli stand, per vedere una bulimia di brand e di annunci che semplici comunicati stampa avrebbero potuto elargire con ben maggior facilità.
L’innovazione aumenta le comodità ma non sempre migliora le procedure, insomma: effetti collaterali accettabili e normali, in un mondo analogico non sempre pienamente onesto con sé stesso.
Mobile is Everything
“Mobile is everything”, appunto. La telefonia, da protagonista indiscussa del passato, diventa oggi un piccolo e semplice sottoinsieme del mercato mobile. Tutto il resto è IoT: cose e persone inizieranno a parlarsi con sempre maggior intensità, diventando parti integranti di un medesimo sistema digitale che alcuni identificheranno con il caos ed altri vedranno come una immanente intelligenza distribuita. Il 5G è la nuova frontiera: più connessioni e più velocità, una moltiplicazione di sensori e di automatismi, alla ricerca di un mondo migliore. Perché da sempre è così: si cerca un mondo migliore, ed in questo percorso si tenta di approfittare di ogni opportunità di business disponibile.
Le auto intelligenti non sono una novità, ma il concetto si è evoluto e spuntano specializzazioni sempre più tecniche e pragmatiche: l’automotive ancora una volta ha ribadito la propria promessa alla ricerca di un nuovo modello di mobilità, il tutto all’interno di un processo di maturazione che sarà lungo e non certo privo di vittime.
Mentre ancora non si è capita bene la rivoluzione in cui siamo immersi, insomma, già all’orizzonte si palesa una rivoluzione ulteriore e ancor più grande. Gli smartphone sembravano un vertice irraggiungibile, invece i tablet sono già tramontati, gli smartwatch sembrano già vecchi e il 5G paventa un’esplosione di cambiamenti senza precedenti. Il claim del futuro potrebbe essere ancor più assertivo e un “Everything is Mobile” potrebbe essere perfetto tra due, forse tre, edizioni.
Cosa aspettarsi dal Mobile World Congress 2017?
Una cosa è parsa chiara a tutti: l’offerta nel mondo della telefonia è sempre più indifferenziata sotto ogni punto di vista. Lo smartphone non sa più stupire ed in assenza di novità radicali (al netto di marketing sempre più spinto e raffinato) il rischio è quello di un appiattimento ulteriore, magari in favore di altre forme di accesso alle informazioni. In futuro si potrebbe assistere dunque ad una moltiplicazione di servizi che cercano le luci della ribalta e nuove ed ulteriori offerte che sublimano gli insuccessi del 3D nelle speranze della realtà virtuale (o aumentata).
Dal Mobile World Congress 2017, soprattutto, occorre aspettarsi qualcosa di nuovo che torni a far camminare gli utenti come alieni, inebriati da un nuovo device incarnante un nuovo sogno. Il sogno è sempre lo stesso, del resto, ma si sposta ogni volta che sembra più vicino. Il Mobile World Congress 2017 sarà dunque semplicemente un nuovo orizzonte: la sua natura è quella di allontanarsi, la nostra natura è quella di inseguirlo.