Un nuovo modo di concepire la mobilità sta per arrivare. Nell’anno che va a concludersi sono state molte le iniziative, sia a livello nazionale che internazionale, volte a sensibilizzare le persone su temi importanti inerenti ‘’ambiente, l’ecologia, ma anche la mobilità ecosostenibile e l’automatizzazione dei trasporti, soprattutto delle auto. Va ricordato infatti che nel giugno scorso la Giornata Mondiale dell’Ambiente, dal titolo “Sette miliardi di sogni. Un pianeta. Consumare con cautela”, celebrazione mondiale istituita nel 1972 dall’ONU, quest’anno è stata ospitata a Milano in occasione del grande evento dell’Expo. L’Italia è stata dunque al centro non soltanto di un approfondimento sulla nutrizione, ma anche delle nuove modalità di trasporto di cui le auto potrebbero presto farsi interpreti.
Dopo l’allarme effetto serra delle decadi scorse ed il monito scattato nei confronti dell’abuso di gas CO2, in questi ultimi anni ha preso piede una maggior sensibilizzazione all’ingente spreco di emissioni di anidride carbonica, causato da smisurato consumo di cibo, soprattutto di carne, ma anche dall’utilizzo di troppi veicoli con tecnologie decisamente antiquate, e quindi altamente nocive per l’ambiente.
Dopo lo scandalo del Dieselgate che ha coinvolto direttamente la Volkswagen, le misure adottate per incrementare l’uso delle energie green in tutti i campi, soprattutto in ambito automotive, non sembrano mai troppe. Lo scandalo ha evidenziato il nervo scoperto, insomma, e il tema della mobilità del futuro si è trovato immediatamente al centro dei progetti per la sostenibilità dei trasporti di domani.
A livello nazionale, per esempio, l’Italia ha introdotto nuovi ecoincentivi, bonus di cui godere nel caso in cui si voglia passare ad un veicolo nuovo e più ecologico, e che variano a seconda della quantità di emissioni nocive: si parte da un bonus massimo 1.800 euro per automobili con emissioni fino a 120g/km, per arrivare ad un massimo di 3.500 euro per i veicoli con un livello di emissioni a 50g/km. Alcune regioni italiane poi prevedono delle agevolazioni ed esenzioni sul pagamento del bollo per le vetture elettriche, ibride e a GPL: si adopera la leva economica per sensibilizzare sul problema e favorire il passaggio a vetture a minor impatto ambientale.
Queste le iniziative a livello nazionale, ma è sul piano internazionale che sta salendo alla ribalta una sfida epocale nell’ambito della mobilità. Si tratta di un nuovo modo di concepire il concetto di automobile, solitamente in ottica “verde” e completamente automatizzata. Un’auto che si guida da sola, soprattutto: sono le cosiddette self-driving cars che da qualche tempo, almeno come prototipi, hanno iniziato a battere l’asfalto a stelle e strisce e qualcuna anche le carreggiate europee ed italiane.
Tra le vetture più conosciute, dotate dell’avanzata tecnologia che permette la guida automatizzata, ci sono la Google Car automatica al 100% e la Tesla con il sistema autopilot per una guida semiautomatica, messa a punto dalla casa produttrice californiana, pioniera nella progettazione di mezzi di trasporto elettrici. Mentre è Ford la prima società che sta testando la propria tecnologia di guida autononoma sulle strade di Mcity, una città appositamente progettata per condurre test di guida. L’innovativa struttura, costruita dalla University of Michigan, che si estende per un totale di circa 130.000 mq, serve a raccogliere feedback e dati sul prototipo chiamato Ford Fusion Hybrid Autonomous Research Vehicle e ha l’obiettivo di riprodurre in un ambiente controllato tutte quelle situazioni che si incontrano normalmente al volante.
Anche nel Bel Paese c’è un team che da tempo si occupa di ricerca nell’ambito della guida autonoma: si chiama VisLab ed ha già presentato il suo nuovo prototipo DEEVA prima di passare di mano alla ricerca di nuovi orizzonti. Il futuro della mobilità, oltre ad essere di matrice verde, a rispetto dell’ambiente, sarà insomma volto ad una guida comoda e sicura, basato su nuovi modelli di business e tale da trasformare la proprietà dell’auto nell’accesso ad un servizio. Non sono pochi i problemi ancora da risolvere, però: il dilemma etico degli algoritmi di controllo, le scelte delle vetture che si guidano da sole e la responsabilità in caso di incidenti sono solo alcuni tra questi. Quale sarà il ruolo dell’uomo sulle auto a guida autonoma? Sarà colpa del conducente, del proprietario, del costruttore? Oppure si tratterà di scelte e quindi “colpe” da condividere? E come si organizzeranno in proposito le polizze assicurative?