Il problema legato al sovraffollamento delle strade nelle città e all’inquinamento generato dalla circolazione dei veicoli in ambito urbano dev’essere affrontato da più fronti e con approcci differenti. Se da un lato l’evoluzione in chiave sostenibile della mobilità sta vedendo gli automaker investire sempre più nella diffusione di veicoli ibridi ed elettrici, dall’altro c’è chi punta su sistemi innovativi come una fitta rete di tunnel sotterranei o sull’impiego di mezzi volanti per rendere il traffico un lontano e brutto ricordo.
C’è poi chi come Wouter van Heeswijk, membro del gruppo Industrial Engineering and Business Information Systems della University of Twente (Olanda), ha elaborato un modello matematico che offre il potenziale necessario a ridurre fino al 70% le emissioni nocive attualmente immesse nell’atmosfera dei centri cittadini. Come? Attraverso un’ottimizzazione nella movimentazione delle merci, nella logistica e nei trasporti.
Il modello sviluppato rileva il contesto in cui dovrà andare a operare, identificando la combinazione ideale di fattori in grado di rendere efficiente e sostenibile la distribuzione, garantendo al tempo stesso tempi di consegna più rapidi. Le informazioni fornite in input sono le più svariate: dalle normative in vigore nelle città agli orari dei trasporti pubblici, dalle modalità di collaborazione delle aziende alla dislocazione dei magazzini.
Un elemento chiave nella visione di van Heeswijk è rappresentato dai cosiddetti consolidation centres, ovvero dei centri di raccolta e distribuzione delle merci, una sorta di hub a cui affidare i beni da trasportare che poi saranno recapitati ai destinatari in modo sostenibile, mantenendo i mezzi pesanti ben al di fuori dei centri urbani. Una soluzione che, va precisato, già viene adottata su larga scala, ma che secondo la ricerca può e dev’essere potenziata, grazie all’intervento delle istituzioni, anche attraverso la messa in campo di sussidi e incentivi economici.
Si tratta di un approccio teorico alla problematica, indiscutibilmente dall’elevato potenziale, ma che per essere attuato richiede uno sforzo concreto e certamente non privo di ostacoli. Basta pensare alle attuali condizioni delle nostre città per capire che il percorso da compiere è ancora lungo e che la soluzione non si trova affatto dietro l’angolo. Un modello matematico può costituire un valido punto di partenza, l’indicatore di una direzione da intraprendere, ma è il passo successivo ad essere davvero determinante: è in primis a chi amministra la cosa pubblica che spetta il compito di fornire l’abbrivio necessario al cambiamento, favorendo al tempo stesso la messa in campo di iniziative private con la medesima finalità.