Come sono cambiate le esigenze in termini di mobilità per cittadini e turisti a Milano nell’anno di Expo? Nel concetto di mobilità intelligente va sempre considerato anche il monitoraggio costante delle conversazioni: sui social le persone si scambiano pareri, usano gli account come customere care, giudicano velocemente i servizi. Tutti questi dati sono preziosi sia per le amministrazioni pubbliche che per le aziende. Uber, ad esempio, ha pensato di creare uno strumento, il primo del suo genere, per rilevare il sentiment delle persone sulla mobilità. Ne esce un quadro interessante, anche se non particolarmente positivo.
Mobility Buzz è un termometro della mobilità milanese, che considera ride sharing, car sharing e mezzi pubblici. Una perfetta sintesi grafica dell’intermodalità e di come si svolgono gli spostamenti in città. Realizzato con Virabealt, è in grado di rilevare, monitorare e analizzare in tempo reale le opinioni provenienti da Twitter inerenti al tema della mobilità classificando e visualizzando il sentiment durante uno dei momenti cruciali che mette alla prova l’intero sistema città: l’Expo 2015. Il tool è peraltro anche embeddabile sui siti e condivisibile sui social. «Muoversi per i consumatori non è solo una necessità», dice Benedetta Arese Lucini, country manager di Uber Italia, «ma diventa un’esperienza da vivere e condividere secondo nuovi paradigmi e i social sono la scena di questo cambiamento».
Quattro su cinque insoddisfatti
I numeri del mobility buzz sono per ora sconfortanti se visto nell’ottica del servizio pubblico. Gli oltre 110 mila tweet raccolti fino ad oggi mostrano un andamento prevalentemente negativo per quello che riguarda il trasporto pubblico locale, a cui sono dedicati più della metà dei tweet, con un sentiment del 46% negativo, 42% neutro e solo il restante 12% positivo. Le principali criticità che determinano il brutto voto sono legate principalmente ai servizi (in questa categoria rientrano anche malumori legati a scioperi, ritardi e disservizi). Un po’ meglio per quanto riguarda i servizi di condivisione dei mezzi e per servizi a noleggio come quelli di Uber (stante l’inibizione recente di UberPop), dove viene esaltato spesso il portato innovativo.
Insomma, non tutto è perduto, e naturalmente per Uber questa è l’ennesima dimostrazione che la sharing economy si sta muovendo bene:
In Italia deve essere fatto ancora molto per creare attorno alla mobilità un’esperienza che soddisfi pienamente il consumatore. Le opinioni dei consumatori ci confermano che spingere affinché sistemi innovativi come il nostro siano regolamentati entrando a far parte del nostro quotidiano e siano quindi disponibili per tutti è il giusto modo per reinventare la mobilità e offrire ai cittadini l’esperienza che desiderano.